venerdì 5 settembre 2014

Il papa e la terza guerra mondiale


di Raniero La Valle

C'è stato un momento di commozione quando nel volo verso la Corea il papa ha saputo che l'aereo stava per sorvolare la Cina. Lo ha raccontato ai giornalisti durante il viaggio di ritorno. Ha spiegato che si trovava, in visita, nella cabina dei piloti, quando gli hanno detto che stava arrivando la Cina. C'era il permesso di sorvolo; ma è prassi che quando si sta per entrare nello spazio aereo di un Paese, si chieda formalmente via radio l'autorizzazione all'ingresso; e questa poi subito arriva per la stessa via. L'emozione è stata quando il papa ha sentito i cinesi che gli permettevano di passare sulle loro teste. Francesco non ha detto poi che cosa ha pensato in quel momento, se a Matteo Ricci o alle Chiesa che in Cina vive sotto lo stretto condizionamento del governo, o alle immense popolazioni dell'Asia a cui lui vorrebbe far gustare "la gioia del Vangelo"; in ogni caso era la prima volta che la Cina prendeva tutto lo spazio del cuore di un papa, mentre il papa dallo spazio del cielo sopra la Cina sognava di poterci andare "già domani", come ha detto.
Così in questo Ferragosto passato in Corea invece che nella villa di Castelgandolfo, il papa ha parlato agli uomini dei confini: basta guardarli  dal cielo, e quelli non ci sono più; lo spazio di Dio è il mondo, e questo è ora lo spazio dell'uomo, ed è anche lo spazio della Chiesa,  ormai fuori dei limiti della cristianità.
Ma per attraversarli davvero il tempo si è fatto breve. È stato questo l'altro significato del viaggio d'agosto: c'è un'urgenza, non c'è tempo da perdere.
Continua...