lunedì 24 aprile 2017

IL MONDO È PIÙ O MENO VIOLENTO DI IERI? MENO





Ciò che è cambiato è un annuncio di Dio che toglie radicalmente ogni legittimazione religiosa della violenza

Pubblichiamo il discorso tenuto da Raniero La Valle il 21 aprile 2017 ad Alessano (Lecce), nel ricordo del vescovo don Tonino Bello e del sindaco di Molfetta Guglielmo Minervini

È nel ricordo di don Tonino Bello e di Guglielmo Minervini che vogliamo guardare oggi al tema della nonviolenza a cui essi hanno dedicato la vita, il primo facendone il cuore della propria azione pastorale, il secondo della propria azione amministrativa e politica.

I – La violenza organica al mondo

In quale situazione essi hanno dato la loro testimonianza? Essi hanno vissuto in una situazione in cui  la violenza era del tutto organica al mondo, mentre la nonviolenza era opposta allo spirito del mondo. Non altrettanto essa era opposta  allo spirito della Chiesa, grazie al Vangelo, ma certamente la nonviolenza era estranea alla cultura e alla immagine della Chiesa.
a) Il primo punto è che la violenza era organica al mondo. Essa infatti, nella dimensione pubblica non solo era legittima (essendo stato conferito al potere pubblico il monopolio della violenza) ma fungeva da giudice di ultima istanza. Vale a dire che alla fine a decidere era la violenza. Nella seconda guerra mondiale la bomba atomica è stata il giudice finale. Trump che getta la bomba-madre sull’Afghanistan, dice che l’ultima decisione sarà la sua. Le Brigate Rosse in Italia elessero la violenza come ultimo giudice tra il potere e l’antipotere. La stessa cosa fa oggi il terrorismo internazionale. Anche nella dimensione privata la violenza si mostrava inarginata; basti pensare al Far West americano, alla violenza nei rapporti di lavoro, nella fabbriche, nei campi, nelle famiglie, alla violenza sulle donne, al bullismo, alla manovalanza delle mafie e delle camorre.
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martedì 11 aprile 2017

IN NOME DEL TEMPIO. IN NOME DEL BAMBINO


La guerra ha bisogno del simbolo che la giustifichi; l’ISIS insiste con Dio e distrugge le chiese, l’Occidente, privato dell’alibi della guerra di religione si fa filantropo e lancia i suoi missili in nome dei bambini 

L’attacco firmato Daesh o IS alle chiese copte in Egitto è un’azione dagli alti contenuti simbolici. Si è scatenato contro un popolo di martirio e di pace, come ha detto il prete della comunità copta di Firenze; è avvenuto a tre settimane dalla visita del papa in Egitto, come a dire che il bersaglio grosso è lui; è stato perpetrato contro una chiesa piena di fedeli, a Tanta, e contro la cattedrale del patriarca Tavadros II ad Alessandria; è stato compiuto mentre erano in corso la messa in piazza san Pietro e le due messe celebrate nello stesso momento in Egitto, nel giorno liturgico della domenica delle palme, quando si ricorda che Gesù è stato ucciso con l’accusa di aver minacciato la distruzione del tempio.
Questo sovraccarico di simboli religiosi dice che i terroristi dello Stato islamico hanno assoluto bisogno di far passare la loro guerra per una guerra religiosa, volta a islamizzare il pianeta.
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