martedì 26 settembre 2017

OTTO PER CENTO

Le elezioni tedesche

Si può governare facendo una politica giusta, ma se il liberismo è regime la sinistra non può vincere
di Raniero La Valle

C’è stato molto bla-bla-bla sulle elezioni tedesche i cui risultati hanno preso di sorpresa la maggior parte dei commentatori. Da un po’ di tempo i commentatori che vanno per la maggiore sui giornali e in TV non fanno che sorprendersi per risultati elettorali che essi stessi provocano pascendo l’opinione pubblica con le loro belle idee.
In realtà non c’era molto da sorprendersi, mentre le elezioni tedesche hanno rivelato due semplici verità.
La prima è che Angela Merkel ha vinto e per la quarta volta governerà la Germania, anche se ha perso l’8 per cento dei voti. Tutti dicono – anche se la diagnosi è piuttosto sommaria – che li ha persi perché contro venti e maree ha coraggiosamente deciso che la Germania accogliesse un milione di profughi. Questo vuol dire che si possono vincere le elezioni e si può governare anche facendo una politica giusta, che a molti non piace. Ciò costa solo l’8 per cento dei voti, ma forse giova alla democrazia aumentando il pluralismo e le degasperiane virtù volte a non governare da soli; in ogni caso con quell’8 per cento che ha perso per evitare ai tedeschi il ritorno al razzismo delle leggi di Norimberga, Angela Merkel ha salvato la Germania e quanto resta dell’ “idea dell’Europa”. Di ciò bisogna esserle molto grati. Intanto da noi il sindaco di Ventotene ci spiega che se non arrivano bambini “stranieri” le scuole elementari di una gran quantità di piccoli comuni, e anche le medie, dovranno chiudere, per mancanza di alunni, almeno finché gli italiani non saranno rimessi in condizioni di far figli, come vorrebbero le politiche di eguaglianza e sussidiarietà stabilite dalla Costituzione.
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venerdì 8 settembre 2017

UN DIO CHE SORPRENDE



Ad Assisi il 25 agosto 2017

Cinque tesi una conclusione e una postilla più drammatica

Raniero La Valle

Quello che segue è il testo della relazione tenuta da Raniero La Valle il 25 agosto 2017 ad Assisi nel quadro del Convegno sul tema: “Come dare futuro alla svolta profetica di Francesco”
 
1. La novità di papa Francesco

Il Dio che sorprende è il Dio annunciato da papa Francesco. Ancora mercoledì scorso nella sua catechesi il papa ha parlato del Dio che crea novità, perché è il Dio delle sorprese. Certo non è questo il solo Dio in circolazione. C’è il Dio predicato per inerzia da tutta la Chiesa, il Dio predicato nella Chiesa italiana. Ma non è un Dio che sorprende, non suscita meraviglia, è il Dio che giace nel catechismo, che da tempo non sveglia più nessuno.
Poi c’è lo stereotipo del Dio demiurgo, todopoderoso, depositato nella cultura comune, condiviso sia da chi lo afferma, sia da chi lo nega, sia da chi lo ignora.
Il Dio che irrompe nella Chiesa di Francesco è diverso. In un mondo piagato ed esposto alle peggiori sorprese, nessuno pensava che ci potesse essere una sorpresa da parte di Dio. O almeno non lo si pensava più, da quando era stato messo a tacere il Concilio. Per questo la Chiesa era diventata così tetra e la fede se ne stava andando come l’acqua dall’invaso di una sorgente inaridita.
Ma ecco che da quattro anni è comparso un Dio che sorprende. Per il mondo è stato un bagliore improvviso, una straordinaria novità, per gli archeologi del sacro è stata invece una sorpresa ingrata, un incidente imprevisto, uno strappo ai regolamenti. Perciò i più papisti del papa sono diventati, proprio loro, antipapisti.
Questo spiega la solitudine istituzionale di papa Francesco e l’astio con cui è combattuto, ed è per questo, perché vorremmo stare al suo fianco, che ci siamo qui riuniti ad Assisi.

2. Non è la prima volta di un Dio che sorprende

Non è la prima volta che Dio ci sorprende, che c’è l’impatto con un Dio quale prima non era stato  pensato. Dunque anzitutto dobbiamo fare uno sforzo di memoria, per non dimenticare che c’è una storia dietro di noi.
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