martedì 26 settembre 2017

OTTO PER CENTO

Le elezioni tedesche

Si può governare facendo una politica giusta, ma se il liberismo è regime la sinistra non può vincere
di Raniero La Valle

C’è stato molto bla-bla-bla sulle elezioni tedesche i cui risultati hanno preso di sorpresa la maggior parte dei commentatori. Da un po’ di tempo i commentatori che vanno per la maggiore sui giornali e in TV non fanno che sorprendersi per risultati elettorali che essi stessi provocano pascendo l’opinione pubblica con le loro belle idee.
In realtà non c’era molto da sorprendersi, mentre le elezioni tedesche hanno rivelato due semplici verità.
La prima è che Angela Merkel ha vinto e per la quarta volta governerà la Germania, anche se ha perso l’8 per cento dei voti. Tutti dicono – anche se la diagnosi è piuttosto sommaria – che li ha persi perché contro venti e maree ha coraggiosamente deciso che la Germania accogliesse un milione di profughi. Questo vuol dire che si possono vincere le elezioni e si può governare anche facendo una politica giusta, che a molti non piace. Ciò costa solo l’8 per cento dei voti, ma forse giova alla democrazia aumentando il pluralismo e le degasperiane virtù volte a non governare da soli; in ogni caso con quell’8 per cento che ha perso per evitare ai tedeschi il ritorno al razzismo delle leggi di Norimberga, Angela Merkel ha salvato la Germania e quanto resta dell’ “idea dell’Europa”. Di ciò bisogna esserle molto grati. Intanto da noi il sindaco di Ventotene ci spiega che se non arrivano bambini “stranieri” le scuole elementari di una gran quantità di piccoli comuni, e anche le medie, dovranno chiudere, per mancanza di alunni, almeno finché gli italiani non saranno rimessi in condizioni di far figli, come vorrebbero le politiche di eguaglianza e sussidiarietà stabilite dalla Costituzione.

La seconda semplice verità rivelata dalle elezioni tedesche è che in Europa “la” o “le” sinistre non possono vincere più per una ragione strutturale. In Germania la socialdemocrazia ha perduto senza che nemmeno ci fosse un Renzi sufficiente da solo a spiegare la catastrofe. La sinistra non può più prevalere in Europa restando sinistra, perché il capitalismo liberista di destra ha cessato di essere una opzione politica tra le altre, sensibile al voto popolare, ed è diventato invece un ordinamento e un regime, reso obbligatorio dai trattati e dalle norme su cui è stata “costituita” la forma europea del potere. Se le politiche di piena occupazione, di tutela del lavoro, di intervento statale nell’economia, di eguaglianza dei diritti, di rimozione delle cause che di fatto impediscono lo sviluppo delle persone sono proibite per legge nell’Unione Europea, il potere non può che essere conteso tra le destre di diversa denominazione e natura, mentre la sinistra non può che perdere “il suo popolo”, come si lamenta Bersani.
Questo vero problema, e non per caso, è occultato nel dibattito politico dietro il falso problema dell’entrata o dell’uscita dall’euro, come se si trattasse di una porta girevole; le elezioni tedesche lo hanno bruscamente riportato alla luce abbacinante del sole. Perciò ora dovremmo sapere che cosa fare.

Raniero La Valle

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