martedì 20 novembre 2012

Chiese vuote e cieli pieni


di Raniero La Valle

Da poco più di un mese è cominciato l’anno dedicato alla memoria del Vaticano II. Dopo cinquant’anni di una ricezione non certo impetuosa il Concilio è stato risvegliato come evento decisivo per la fede ed è oggetto di un gran numero di celebrazioni e rivisitazioni. Ma non ci sono solo gli osanna, ci sono anche le contestazioni al Concilio, aperte e sotterranee, e ci sono i disagi, le reticenze e le riserve. 
L’istituzione fondata dal vescovo Lefebvre odia il Concilio ma non ha ancora del tutto rotto con Roma perché non vuole essere una piccola Chiesa, ma vorrebbe che tutta la grande Chiesa tornasse a essere come era prima, cioè come la setta lefebvriana continua ad essere tuttora. E neanche a Roma mancano sotterranee nostalgie in questo senso.
Altre riserve nei confronti del Concilio sono espresse in modo più sfumato e sono piuttosto sintomo di un disagio per una svolta che per quanto positiva non andrebbe riproposta senza le opportune cautele e le correzioni del caso. Così ad esempio Benedetto XVI, in un articolo pubblicato sull’Osservatore Romano nel
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sabato 3 novembre 2012

L'obiezione


di Raniero La Valle
Un certo tasso di astensionismo elettorale è fisiologico: c’è sempre una piccola parte della popolazione che non sa, non può o non vuole andare a votare. Quando però l’astensionismo scende sotto il livello di guardia, e quasi scompare, e le percentuali dei votanti schizzano verso l’unanimità, vuol dire che c’è un regime a prova di bomba, di tipo plebiscitario, peronista, sovietico o bulgaro che sia. La gloria della democrazia italiana, forse perché troppo a lungo le urne erano state negate, era che l’astensionismo fisiologico c’era ma assai contenuto, e sembrava naturale che tutti i cittadini andassero a votare per concorrere a determinare, come dice la Costituzione, la politica nazionale. 
Questa volta in Sicilia (e i profeti di sventura dicono che così sarà anche nel resto del Paese) l’astensionismo ha raggiunto un picco superiore al cinquanta per cento, sicché da fisiologico è diventato patologico. Esso però non è la malattia, è il sintomo della malattia.
Non è la malattia per il semplice fatto che i non votanti non sono caduti nell’astensionismo, come si cade
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mercoledì 24 ottobre 2012

Scoprire l'America


di Raniero La Valle

L’incanaglirsi della vita politica italiana, con la grande epifania della corruzione, con il governo impietoso dalle “misure brutali”, con il demiurgo lombardo e le primarie interpretate dallo sfidante come un gioco al massacro, ha fatto scomparire l’America. Le televisioni, che dovrebbero guardare in grande, al massimo spingono gli occhi sull’Europa per dirci che cosa ancora ci chiede¸ i giornali si riempiono dell’abbandono di Veltroni, della resistenza di D’Alema, di Renzi che va in autobus e Grillo che va a nuoto; e l’opinione pubblica, sempre meno informata e educata a capire come vanno le cose, precipita sempre più nel provincialismo culturale e nel qualunquismo politico. Nessuno si ricorda che c’è una realtà globale infermento, che si rischia la guerra tra Israele e Iran, che la Palestina è disperata, che l’Africa è sempre percossa da flagelli e da conflitti tribali, e che in questi giorni si gioca negli Stati Uniti il destino del mondo. Infatti l’elezione del presidente americano è una sentenza per il mondo; e allora sarebbe bene che tornassimo a scoprire l’America, per decidere poi che cosa dobbiamo essere e che cosa dobbiamo fare noi, Italia ed Europa.
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lunedì 8 ottobre 2012

I politici


di Raniero La Valle

Non c’è dubbio che è colpa dei politici se oggi ci dibattiamo nella pessima condizione civile e sociale in cui siamo. Ma bisogna stare attenti a dire “politici”, perché “politici” erano detti anche i detenuti antifascisti nelle celle del regime, “politici” erano chiamati i galeotti Gramsci e Pertini nella casa penale di Turi, “politici” erano definiti i domenicani imprigionati e torturati dai militari brasiliani nel carcere Tiradentes di San Paulo, e “partito dei politici” era detto nella Francia del 500 il movimento che contro la violenza dei cattolici e degli ugonotti propugnava la tolleranza religiosa, e da cui uscì Jean Bodin che con la sua teoria della sovranità e i “Sei libri della Repubblica” fornì, nel bene e nel male, dei fondamenti teorici allo Stato moderno.
Oggi invece nella vulgata mediatica e nelle chiacchiere da bar i politici sono quelli che rubano. E purtroppo è vero che molti lo fanno, ma è ancora più grave che negli ultimi decenni le istituzioni in Italia siano state cambiate in modo tale che la politica, perduta la caratteristica di servizio e dileggiata come professione non meritevole di rispetto e di pensione come ogni altra, sia stata trasformata, ex lege, in mezzo di arricchimento indiscriminato. Per un accumulo di decisioni di politici anche onesti ma scriteriati, le cariche elettive sono state trasformate in fabbriche della fortuna, grazie alle quali indigenti di ogni tipo, gente del ceto medio, mal laureati e imprenditori di mezza tacca precipitano in vetta alla scala sociale e cambiano la loro vita per sempre. Questi non sono i costi della
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martedì 18 settembre 2012

ASSEMBLEA “CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI”: INTERVENTO CONCLUSIVO DI RANIERO LA VALLE


ASSEMBLEA “CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI”: INTERVENTO CONCLUSIVO DI RANIERO LA VALLE

Roma, 15 settembre 2012
CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI
Assemblea convocata da 104 gruppi ecclesiali, associazioni, riviste a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, tenutasi il 15 settembre 2012, nell’anniversario del radiomessaggio di Giovanni XXIII dell’11 settembre 1962, nell’Auditorium dell’Istituto Massimo a Roma, capiente di 800 posti, con quasi 1000 partecipanti provenienti da Siracusa, Palermo, Messina, Bari, Napoli, Avellino, Roma, Sulmona, Pratovecchio, Perugia, Firenze, Pistoia, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Udine, Verona, Trento, Brescia, Milano, Voghera, Torino, Cuneo, Cagliari e da molti altri luoghi, presieduta da Rosa Siciliano, introdotta da Rosanna Virgili, con relazioni di Giovanni Turbanti, Carlo Molari, Cettina Militello e conclusioni di Raniero La Valle, con interventi di p. Felice Scalia, s. J., padre Marco Malagola, a nome di mons. Loris Capovilla, Paolo Ricca, Giovanni Franzoni, Alex Zanotelli, Luigi Sandri, Adriana Valerio, Gianni Geraci, Stefano Nannini, presidente nazionale della FUCI, Mauro Castagnaro, Gianni Novello, G. Palmerini, Giorgio Campanini, e molti altri.

Conclusioni

IL CONCILIO NELLE VOSTRE MANI

di Raniero La Valle

Cari Amici,
Giunti alla fine, dobbiamo cercare il segreto di questo Convegno.
Perché un segreto c’è stato.
Non alludo al segreto del suo successo, che più che un successo è stato un miracolo. Alludo al fatto che durante i nostri lavori c’è stato uno sconosciuto che sedeva nell’ultima fila; spesso era una sconosciuta. Voi forse non li avete visti, ma io, dovendo trarre le conclusioni di questa assemblea, ci ho fatto caso. Mi sono chiesto chi potevano essere questo sconosciuto, e questa sconosciuta, che erano là, e che ora, quasi a volerci precedere ai treni, se ne sono andati. E mi sono ricordato che alla fine del vangelo di Giovanni si parla di uno sconosciuto, di cui non si dice mai il nome, ma che è identificato come il discepolo che Gesù amava; e Gesù disse di lui che sarebbe rimasto, fino al suo ritorno. Gli apostoli non capirono, e pensarono che quel discepolo non sarebbe
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martedì 11 settembre 2012

Carlo M. Martini, testimone fino alla fine


di Raniero La Valle

La Chiesa che si appresta a celebrare i 50 anni dall'inizio del Concilio Vaticano II dovrà ora fare a meno anche di lui. Martini non aveva partecipato al Concilio, ma tutta la sua vita è stata intrecciata alla straordinaria novità con cui la Chiesa del Novecento aveva saputo ripensare se stessa, la fede e il mondo; di questa novità egli è stato il più lucido e coraggioso interprete nell'episcopato italiano, e a una delle conversioni più decisive della Chiesa conciliare, quella del ritorno alla Bibbia e della sua restituzione alla preghiera e alla riflessione dei credenti, ha dato strumento e voce, sia con i suoi studi biblici e la sua riedizione dal greco del Nuovo Testamento, accolta e usata da tutte le Chiese cristiane, sia con la generosa somministrazione della Sacra Scrittura nella «Scuola della Parola» e nelle sue catechesi e letture bibliche ai fedeli di Milano.
Malato da tempo di Parkinson, il cardinale Martini, come ha narrato il neurologo che lo haavuto in cura e assistito, ha escluso per sé ogni accanimento terapeutico, argomento di cui del resto aveva parlato in termini
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sabato 18 agosto 2012

Convocazione di un’assemblea nazionale a 50 anni dall’inizio del Concilio



CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI
Convocazione di un’assemblea nazionale a 50 anni dall'inizio del Concilio

a) Convocazione
b) Programma
c) Informazioni organizzative

a) Convocazione
La Chiesa cattolica celebrerà nel prossimo ottobre i cinquant’anni dall’inizio del Concilio e ha indetto, a partire da questa ricorrenza, un anno della fede. Viene così stabilito un nesso molto stretto tra il ricordo del Vaticano II e la fede trasmessa dal Vangelo e annunziata dal Concilio. A ciò sono interessati non solo i fedeli cattolici, ma anche gli uomini e le donne di buona volontà associati, come dice il Concilio, “nel modo che Dio conosce” al mistero pasquale, che intendono, nel nostro Paese come in tante parti del mondo, ricordare e interrogare quell’evento e quell’annuncio.
Per questa ragione i gruppi ecclesiali, le riviste, le associazioni e le singole persone appartenenti al “popolo di Dio”, firmatari di questo appello, convocano un’assemblea nazionale per
sabato 15 settembre 2012 (10-18)
a Roma (EUR), nell’Auditorium dell’Istituto “Massimo”
Nella consapevolezza dei promotori è ben presente il fatto che ricordare gli eventi non consiste nel portare indietro gli orologi, ma nel rielaborarne la memoria per capirne più a fondo il significato e farne scaturire eredità nuove ed antiche e impegni per il futuro. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda gli eventi di salvezza (come certamente il Concilio è stato) molti dei quali non furono capiti dagli uomini della vecchia legge e dagli stessi discepoli di Gesù, se non più tardi, quando alla luce di nuovi eventi la memoria trasformatrice ne permise una nuova comprensione. Fu così ad esempio che, dopo la lavanda
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venerdì 13 luglio 2012

La Società delle Sanzioni


di Raniero La Valle

L’idea di un’Europa unita rappresentò, per i Paesi usciti dagli odi e dai tormenti della guerra mondiale, il sogno di una cosa: e questa cosa era che i popoli che si erano combattuti si riconoscessero e vivessero assieme, che le frontiere cadessero, che la sovranità di ciascuno Stato si rigenerasse, senza perdersi, in una sovranità più grande, e che i beni, i denari e i lavoratori circolassero liberamente in uno spazio comune. Questo sogno fu soffocato sul nascere perché la contrapposizione tra i due blocchi, divisi dalla cortina di ferro, spaccò per prima cosa l’Europa, e addirittura la Germania; e allora si fece finta di credere che l’Europa fosse quella “piccola” dei cinque Stati e mezzo rimasti in Occidente, e non potendosene fare un’unione politica si pensò bene di farne un’unione economica e mercantile, e di instaurarvi il capitalismo non semplicemente come sistema economico, ma come regime. 
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lunedì 25 giugno 2012

DOSSETTI, LA CRISI, I NUOVI CORSARI DELL’USURA


di Bartolo Ciccardini
Bartolo Ciccardini, vicino a Dossetti negli anni cinquanta del Novecento, è un testimone e protagonista delle vicende politiche italiane dei primi decenni della Repubblica. Cattolico, democristiano, poi nei cristiano-sociali, sostiene oggi la necessità di una riaggregazione politica dei cattolici. Questo è un intervento alla presentazione del libro

“Quando si faceva la Costituzione”
di Telemaco Portoghesi Tuzi e di Grazia Tuzi
(1 Febbraio 2012 all’Istituto Sturzo - Roma)

1)
Questo libro è un diario quasi quotidiano di un evento straordinario. Nel 1945-46 attorno alla Chiesa Nuova si formò un piccolo villaggio di immigrati. Il nucleo era bresciano, come erano in gran parte bresciani i padri della Chiesa Nuova, originari dell’Oratorio di Brescia, caro a Giovan Battista Montini. Una partigiana bresciana trovò ospitalità nella casa delle Signorine Portoghesi, si portò con sé una parlamentare di Genova e un gruppo di giovani deputati provenienti dall’Università Cattolica, dove avevano costituito, da alcuni anni, un gruppo per studiare i problemi di quella ora tragica.
Questo piccolo gruppo si sistemò in un appartamento del primo piano, che poi diventò una sorta di noviziato e di punto di incontro per la generazione successiva. Nella stessa via i padri dell’oratorio avevano aperto una mensa che era frequentata dai dirigenti della Fuci e da un gruppo di studenti dalla promettente carriera accademica.
Il libro di Telmo e di Maria Grazia Tuzi è un libro importante. Infatti, registrando il diario della vita che si svolgeva in una casa ospitale della vecchia Roma, ci restituisce l’atmosfera di un momento storico della nostra vita politica e non solo. Ci restituisce una temperatura, un modo di sentire la cultura e la politica, su cui è giusto soffermarsi.
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sabato 16 giugno 2012

Informazione sulla riforma costituzionale al Senato


Martedì 12 giugno è cominciata in aula al Senato la discussione generale sulla riforma costituzionale, contro cui valgono le obiezioni formulate nella lettera dei dodici giuristi pubblicata il 1 giugno 2012 su “Repubblica” (la si trova, tra l’altro, in http://www.libertaegiustizia.it/2012/06/01/lappello-di-12-giuristi-il-parlamento-blocchi-la-riforma-costituzionale/ ). 

Nella seduta del 7 giugno sono state respinte tutte le questioni sospensive, volte a interrompere l’iter della riforma, presentate dall’Italia dei Valori, dalla Lega e dai radicali, il che significa che la maggioranza non vuole desistere dal suo proposito di cambiare la Costituzione. Come ha notato il sen. Li Gotti (IDV),  l’ipotizzata riforma mettendo il primo ministro al vertice dell’ordinamento stravolgerebbe il sistema armonico in cui la Costituzione pone i poteri dello Stato. Infatti dopo l’enunciazione dei principi e diritti fondamentali la Carta mette al primo posto il Parlamento, al secondo il presidente della Repubblica, al terzo il governo, al quarto la magistratura, segno inconfondibile della scelta a favore di una democrazia parlamentare. La modifica di quest’ordine, con la sovrapposizione del primo ministro al Parlamento, cambia l’intero sistema e corrisponde a un’altra idea di democrazia. Opporsi a questo slittamento non è una critica “al limite del grillismo” come ha detto liquidando la lettera dei dodici giuristi il
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TECNICA E POLITICA


di Raniero La Valle

Dove hanno sbagliato Mario Monti e il suo governo? Secondo Edward Luttwak, che si intende di cose italiane, Monti ha sbagliato perché invece di fare ciò che come tecnico poteva fare senza pagare pedaggi politici, come ad esempio ridurre drasticamente lo stipendio del capo della polizia che in Italia guadagna quattro volte di più del capo dell’FBI in America, e invece di fare qualche taglio salutare ai compensi sproporzionati di grandi funzionari e manager di Stato, si è messo in mente di rifondare la Repubblica e si è accanito su temi squisitamente politici e causa di sofferenza per tutti, come il regime delle pensioni e le modalità dei licenziamenti. A sua volta Obama ha lamentato che mentre la dottrina del rigore e gli interventi di sistema avranno effetti a lungo termine, è adesso che ci vogliono scelte di rilancio dell’economia e della fiducia.
Insomma Monti non ha messo la tecnica al servizio della politica, ma ha messo la tecnica al posto della politica, nella presunzione sbagliata che i governi non debbano scegliere tra diverse alternative, ma solo applicare integralmente leggi incontestabili dettate dalla natura stessa delle cose, come sarebbero le leggi
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venerdì 1 giugno 2012

CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI


Convocazione di un’assemblea nazionale  a Roma a cinquant’anni dall’inizio del Concilio


La Chiesa cattolica celebrerà nel prossimo ottobre i cinquant’anni dall’inizio del Concilio e ha indetto, a partire da questa ricorrenza, un anno della fede. Viene così stabilito un nesso molto stretto tra il ricordo del Vaticano II e la fede trasmessa dal Vangelo e annunziata dal Concilio. A ciò sono interessati non solo i fedeli cattolici, ma anche gli uomini e le donne di buona volontà associati, come dice il Concilio, “nel modo che Dio conosce” al mistero pasquale, che intendono, nel nostro Paese come in tante parti del mondo, ricordare e interrogare quell’evento e quell’annuncio. 
Per questa ragione i gruppi ecclesiali, le riviste, le associazioni e le singole persone appartenenti al “popolo di Dio”, firmatari di questo appello, convocano un’assemblea nazionale per 
sabato 15 settembre 2012 (ore 10-18)
a Roma (EUR)
nell’Auditorium dell’Istituto “Massimo”

Nella consapevolezza dei promotori è ben presente il fatto che ricordare gli eventi non consiste nel portare indietro gli orologi, ma nel rielaborarne la memoria per capirne più a fondo il significato e farne scaturire eredità nuove ed antiche e impegni per il futuro. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda gli eventi di
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GRIDO D’ALLARME


Con precipitazione e lontano dal controllo dell’opinione pubblica la Commissione referente del Senato ha licenziato ieri il primo articolo della riforma costituzionale che si vorrebbe già la settimana prossima portare alla deliberazione dell’Aula e approvare entro la ormai vicina fine della legislatura. I Comitati Dossetti per la Costituzione che già nell’assemblea pubblica del 12 maggio scorso a Bologna hanno severamente criticato la riforma in corso che, mediante una sostanziale sottrazione del governo e del suo presidente al vaglio della fiducia delle Camere, recherebbe una grave alterazione nel rapporto tra Capo dello Stato, presidente del Consiglio, Parlamento e popolo sovrano,  gettano un grido d’allarme sulla procedura in corso. 
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SALVIAMO IL PARLAMENTO


Approfittando dell’esigenza di ridurre i costi della politica, le tre forze della maggioranza che sostiene il governo hanno nella giornata di ieri, 23 maggio, varato al Senato il primo articolo di una riforma costituzionale che determinerebbe l’impotenza del Parlamento di fronte all’esecutivo. Il movimento per un’ “Economia Democratica” ritiene invece che nelle future battaglie per riportare l’economia pubblica e privata alla regola della democrazia e alle finalità sociali della Costituzione, il Parlamento debba giocare un ruolo essenziale. 
La riforma di cui ieri è stata posta la prima pietra dalla I Commissione del Senato in sede referente, distruggerebbe di fatto l’istituto della fiducia  su cui si regge il rapporto tra il popolo, il Parlamento e il governo, rendendo il presidente del Consiglio inattaccabile dalle Camere che non potrebbero votargli la sfiducia, in presenza di leggi inique, senza esporsi ad essere sciolte dallo stesso presidente sfiduciato. Inoltre non potrebbe
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sabato 12 maggio 2012

Nasce "ECONOMIA DEMOCRATICA"

I COMITATI DOSSETTI PER LA COSTITUZIONE, L’ASSOCIAZIONE PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE, ALTRAPAGINA, L’ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA, IL CENACOLO BONHOEFFER DI MODICA, IL CENTRO PER LA PACE DI BOLZANO, MISSIONE OGGI, IL CENTRO BALDUCCI DI ZUGLIANO DEL FRIULI, L’ASSOCIAZIONE SAN SALVI PELLICANO’ DI FIRENZE, PACE E DIRITTI, KOINONIA, IL CIPAX, LA CASA DEI DIRITTI SOCIALI, VASTI


INVITANO I CITTADINI AD ASSOCIARSI PER UN MOVIMENTO DI

“ECONOMIA DEMOCRATICA”


Dopo un confuso periodo di turbolenza dominato dalla figura di Berlusconi, si è reso manifesto in Italia il vero problema che mette a repentaglio il futuro del Paese e la sicurezza dei cittadini: il sopravvento dell’economia sulla politica che rende tutti indifesi e prosciuga gli spazi della democrazia.

Questo processo che in forza della globalizzazione investe tutto il mondo, in Italia è già molto avanzato. Lo si vede dalla condizione cui è stato ridotto il lavoro, espropriato alle persone, negato ai giovani e non più messo a fondamento della Repubblica; lo si vede dal trasferimento della sovranità dal popolo ai Mercati; nella sottrazione allo Stato di ogni facoltà e strumento di intervento nella vita economica; nello svuotamento del principio di rappresentanza e delle vie per la partecipazione dei cittadini alla determinazione della politica
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martedì 8 maggio 2012

Dove va la Repubblica

di Raniero La Valle

La crisi che sta squassando il Paese (un suicidio al giorno) ha una delle sue cause nella stessa Costituzione della Repubblica, sicchè ne sarebbe urgente la riforma?

No, la Costituzione non ha nessuna colpa, e anzi la crisi consiste precisamente nel fatto che essa non è attuata. Se lo fosse, la Repubblica (cioè il potere pubblico) rimuoverebbe gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3); se lo fosse, la Repubblica renderebbe effettivo per tutti il diritto al lavoro (art. 4); sarebbe tutelato, anche contro le alluvioni, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione (art. 9); i giovani che vogliono formarsi una famiglia sarebbero “agevolati” dalla Repubblica con misure economiche e altre provvidenza (art. 31); la salute sarebbe tutelata (art. 32); la scuola pubblica non subirebbe tagli ma incentivi e nessuno potrebbe pensare di abolire il valore legale dei titoli di studio (art. 33); il diritto allo studio e il diritto anche degli indigenti a raggiungere i gradi più alti degli studi sarebbe reso effettivo dalla Repubblica con borse, assegni alle famiglie ed altre provvidenze (art. 34); il lavoro sarebbe tutelato in tutte le sue forme e applicazioni (art. 35), e così via Tutto questo invece non accade perché l’Italia è passata, senza che nessuno ne desse ragione e nessuno vi consentisse, da un regime a un altro, da una Costituzione ad un’altra, per cui si è deciso e si è accettato che tutte queste cose che dovrebbe fare la Repubblica le faccia invece il Mercato, cioè il potere privato e la legge della competizione e del profitto.
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venerdì 20 aprile 2012

Servire Dio e lo Spread

di Raniero La Valle

Il martedì nero è stato un brutto risveglio dopo la radiosa notte di Pasqua. Lo Spread, cioè il differenziale tra i titoli italiani e tedeschi, è schizzato di nuovo sopra quota 400, come ai peggiori tempi di Berlusconi, e le Borse sono sprofondate.
Il magico professor Monti, che si trovava in Egitto, ha fatto sapere che lui non poteva farci niente, che la cosa non dipendeva da cause “endogene”, cioè italiane. Erano i Mercati. Gli speculatori, cioè i signori del Mercato, avevano preso un’altra rincorsa per arricchirsi a spese nostre e di altre economie dell’Occidente.
Poi si sono ritirati, fino alla prossima occasione.
La delusione è stata cocente. Noi avevamo fatto tutto per lo Spread. Per lo Spred avevamo mandato via Berlusconi, dopo non esserci riusciti per anni per altre cose, anche più gravi, che stava facendo ai danni della Repubblica.
Per lo Spread avevamo venduto l’anima, e la politica, a una squadra di tecnici che sembrava fossero gli unici a sapere che cosa si dovesse fare (né mancavano di dircelo).
Per lo Spread avevamo gettato nella disperazione quelli che avrebbero dovuto essere pensionati e d’improvviso più non lo furono.
Per lo Spread avevamo tolto soldi ai Comuni e alle Imprese, togliendo assistenza ai vecchi, asili ai bambini, guide ai ciechi, e mettendo in mezzo alla strada lavoratori nel pieno della loro capacità operativa.
Per lo Spread avevamo aumentato le tasse, di ogni genere e misura.
Per lo Spread avevamo aperto a freddo un conflitto caldissimo sull’art. 18 e sui diritti del lavoro.
Per lo Spread avevamo liberalizzato perfino i tassì, che ora riempiono tutte le strade e non sappiamo dove metterli.
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domenica 1 aprile 2012

Una legge in mezzo al guado

di Raniero La Valle

L’innaturale alleanza dei tre partiti che sostengono il governo Monti, stipulata per fronteggiare l’emergenza, e legittimata dalla sua stessa provvisorietà, rischia di produrre, prima di sciogliersi, dei danni di lunga durata. Infatti i partiti di Alfano, di Bersani e di Casini hanno deciso tra loro di fare una nuova legge elettorale e una riforma della Costituzione che non promettono nulla di buono.

Secondo i primi accordi, a quanto se ne sa, la nuova legge elettorale risulterebbe da una miscela di proporzionale e maggioritario, di collegi uninominali e liste bloccate, di seggi regalati agli uni e tolti agli altri, di sbarramenti per non far entrare i partiti minori in Parlamento e “diritti di tribuna” per dar loro uno strapuntino da cui parlare, di designazione preelettorale del premier e discrezionalità postelettorale dei partiti nella formazione dei governi. Insomma, come certi incauti riformatori, quelli che hanno ideato questa legge vogliono tutto, il contrario di tutto e subito.
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lunedì 26 marzo 2012

Cattolici bipolari

di Raniero La Valle

Con la copertura e l’alibi del governo tecnico, il sistema politico sta passando da un modello a un altro, senza che nessuno teorizzi il cambiamento, ne sveli l’ideologia o dichiari esplicitamente dove si vuole andare.

C’è però qualcuno che dice le cose in chiaro, che cerca di fornire la teoria di ciò che gli altri fanno senza dirlo. Chi si è assunto questo compito è un gruppo di cattolici, alcuni dei quali stanno nel Partito democratico, alcuni in quello di Berlusconi, alcuni con Casini. Tra loro sono intellettuali, come gli ex presidenti della FUCI Ceccanti Tonini e Guzzetta, che grazie a questa loro
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venerdì 2 marzo 2012

Girardi e l’età del dialogo

di Raniero La Valle

Con la morte di Giulio Girardi, teologo dell’inclusione e filosofo della liberazione, si può considerare simbolicamente conclusa l’età del dialogo. Essa ha attraversato una larga parte del Novecento e ha interessato politiche, ideologie e religioni; si può dire che quanto più erano visibili i patimenti e le minacce arrecate dalle contrapposizioni in atto (c’era violenza per i popoli e al mondo era annunciata la morte nucleare), tanto più si cercavano punti d’intesa, si lavorava al negoziato, si cercavano terreni di comune umanità. 
A partire dal Concilio questo dialogo ha avuto il suo centro e il suo motore nella Chiesa cattolica. Papa Giovanni ne aveva provato l’efficacia arginando la crisi di Cuba, e nella “Pacem in terris” l’aveva fondato sulla fiducia, prendendo in parola gli Stati che dicevano di non voler usare le armi per distruggersi; egli sostenne che gli uomini potessero incontrarsi tra loro nonostante e attraverso i loro errori, e di un dialogo fatto per amore
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mercoledì 15 febbraio 2012

Palazzo Chigi e dintorni

di Raniero La Valle
  
Due atti recenti del governo Monti ne definiscono la natura più di ogni altra cosa; l’uno era un atto in qualche modo dovuto, il rifiuto delle Olimpiadi a Roma, l’altro era imprevedibile, e perciò tanto più significativo, la richiesta da parte dell’avvocato dello Stato, parte civile nel processo per la corruzione di Mills, di un risarcimento di 250.000 euro da parte di Silvio Berlusconi per il discredito arrecato col suo comportamento alla Presidenza del Consiglio.
Questo secondo evento segna la netta discontinuità del governo Monti rispetto a quello precedente, nonostante esso sia appoggiato dallo stesso partito dell’ex presidente di cui si chiede la condanna. La discontinuità sta in questo, che al di là delle parole vellutate con cui Monti lusinga il suo predecessore, il Palazzo Chigi di oggi chiede i danni al Palazzo Chigi di ieri; e qui non c’è il preteso accanimento della magistratura milanese, qui c’è lo Stato che si dichiara parte lesa riguardo a chi lo ha governato per tanti anni. È una liquidazione politica, non la sentenza per un reato.
Il primo evento invece, il rifiuto delle Olimpiadi, era un atto dovuto perché infilarsi spensieratamente in un vortice di spese sarebbe stato un colpo mortale all’ideologia del sacrificio, della rinuncia e del pareggio di
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venerdì 3 febbraio 2012

Chiesa e capitalismo

di Raniero La Valle

C’è una novità nella Chiesa italiana. Uscita dall’ “attonito sbigottimento” enunciato a settembre dal cardinale Bagnasco di fronte alle ultime convulsioni del governo Berlusconi, la Chiesa italiana a livello dei vescovi ha ritrovato la lucidità necessaria per sottoporre ad analisi l’attuale “capitalismo sfrenato” e la finanza internazionale, giungendo a un giudizio estremamente severo, cui nemmeno la sinistra storica è ancora pervenuta in Italia.

Per il cardinale presidente, che ne ha fatto oggetto della sua prolusione al Consiglio permanente della CEI il 23 gennaio scorso, la crisi del sistema va ben oltre la crisi economica, anzi la stessa parola “crisi” è inadeguata ad esprimerla, quando piuttosto siamo “entrati in una fase inedita della vicenda umana”. Ma, al contrario di quanto di buono avrebbe dovuto esserci nell’ “uomo inedito” intravisto a suo tempo da padre Balducci,
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Tre volte Padre della Patria

di Domenico Gallo

Adesso che è stata consegnata all'eternità, risplende la bellezza dell'avventura umana di Oscar Luigi Scalfaro, un uomo a cui spetta di diritto il riconoscimento di Padre della Patria.
Molti grandi uomini hanno dato il loro contributo nell'assemblea costituente per definire i caratteri universali di quel progetto di democrazia che si è incarnato nella Costituzione ed ha definito il volto ed i caratteri della Patria repubblicana. Scalfaro, giovanissimo magistrato, proiettato nel ruolo di costituente ha respirato, assieme a Calamandrei, Dossetti, Basso, La Pira, Togliatti, Bozzi, Terracini, quell'aria di libertà, di pulizia morale, di risorgimento civile che spirava dalle montagne dove la resistenza aveva testimoniato la fede nell'avvento di un mondo nuovo, liberato per sempre dalle tirannie e dal ricatto della violenza e del terrore.
A differenza di altri, Scalfaro non ha mai perduto la fede nei valori repubblicani che i padri costituenti hanno
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lunedì 23 gennaio 2012

Appello ai Parlamentari sulla revisione dell'art. 81 della Costituzione

Ai Parlamentari della Repubblica italiana
REVISIONE DELL’ART. 81 COST.
Cara On. Senatrice
Caro On. Senatore
Cara On. Deputata
Caro On. Deputato
Consentite alle cittadine e ai cittadini di pronunciarsi.
Come sai il Parlamento si accinge ad approvare in seconda lettura un progetto di legge costituzionale per la revisione dell’art. 81 al fine di vincolare l’ordinamento italiano al rispetto di parametri macroeconomici fissi, in particolare proibendo – salvo rare eccezioni e imponendo una procedura aggravata – il ricorso all’indebitamento quale strumento di politica economica. Queste misure sono asseritamente il frutto degli impegni assunti in sede europea al fine del coordinamento delle finanze pubbliche dei Paesi aderenti all’Euro, a fronte dell’attuale grave crisi finanziaria.
Nessuno dubita della necessità di garantire una finanza pubblica in equilibrio, né dell’importanza di
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La fede, ma come?

di Raniero La Valle

“Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà fede sulla terra?”, è la domanda posta da Gesù agli apostoli. A giudicare dalla scarsa o nulla attenzione che viene prestata alla salvaguardia del creato, la cosa potrebbe non essere troppo lontana, e per non fargli trovare brutte sorprese la Chiesa cattolica ha indetto un “anno della fede” in coincidenza con i cinquant’anni dal Concilio. 
In effetti la fede e le Chiese attraversano una crisi di cui si parla poco perché non se ne occupano le agenzie di rating, ma non è meno grave di quella che, sotto altri profili, imperversa in tutta la società. Per quanto riguarda l’abbandono della fede da parte delle giovani generazioni in Italia, ne abbiamo parlato nell’articolo precedente. 
Perciò viene bene il richiamo al Concilio, per una rinnovata e straordinaria azione pastorale. Ma nell’indicare come fare, il cardinale Levada, prefetto della Congregazione dottrinale, mette avanti due risorse: una appunto, come di rito, è il Concilio, l’altra è il “Catechismo della Chiesa cattolica” e addirittura il suo “Compendio”, nel
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lunedì 9 gennaio 2012

La Chiesa inerte

di Raniero La Valle

È questo il primo articolo che scrivo quest’anno e mi pare di non poter cominciare il 2012 senza un grido d’allarme sullo stato della fede e della Chiesa.

Quest’anno, l’11 ottobre, cade il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio e del discorso inaugurale di Giovanni XXIII che annunciava gioia alla Chiesa (“Gaudet mater Ecclesia”) e un “balzo innanzi” nella fede, contro i malauguri dei profeti di sventura; a partire da questo anniversario, comincerà poi, indetto da Benedetto XVI, l’ “anno della fede”.

Tuttavia né la Chiesa cattolica appare in buona salute, né la fede appare rigogliosa. La Chiesa in Italia, liberata dal discredito che le veniva dalla contiguità con Berlusconi, non ha avuto un guizzo di vitalità, e giace inerte dinnanzi alla crisi tremenda che attraversa il Paese e scuote l’Occidente: né sa interpretarla, né sa dire parole di rinascita e di guida; l’unica cosa che si vede è una certa agitazione intorno a improbabili ritorni al potere di qualche élite cattolica obbediente.
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