sabato 16 settembre 2023

 HANNO PERSO LA RAGIONE: L'APPELLO

È sempre più difficile dire come potremo uscire dalla tragedia universale che stiamo vivendo, perché siamo vittime non solo della protervia dei potenti che si sono arrogati il diritto di decidere della nostra sorte e della stessa vita del mondo, ma della loro condotta del tutto irrazionale. Nel nostro orgoglio di occidentali nipotini di Kant, credevamo che la ragione ci avrebbe salvato, e invece è proprio l’eclissi della ragione che ci sta perdendo.
Il primo esempio di questo agire senza ragione sta nell’origine stessa della guerra d’Ucraina. Ora sappiamo perché essa è scoppiata, e come sarebbe stato facile, e addirittura ovvio, evitarla. Ci ha spiegato perché non l’hanno fatto il segretario generale della Nato, Stoltenberg, parlando in una sede istituzionale come la Commissione Esteri del Parlamento europeo. “Nell’autunno del 2021 – ha rivelato - il presidente russo Vladimir Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più”. Bisogna notare che a quella data la Nato aveva già inglobato, dopo il fatidico ’89, la Polonia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Bulgaria, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia, l’Albania, la Croazia, il Montenegro, la Macedonia del Nord, Paesi non tanto lontani dai confini della Russia, su cui pertanto la NATO, per dirla con papa Francesco, poteva già abbaiare a suo piacere. “Inoltre – ha aggiunto Stoltenberg – voleva che rimuovessimo le infrastrutture militari in tutti i Paesi entrati dal 1997, il che voleva dire che avremmo dovuto rimuovere la Nato dall’Europa centrale e Orientale, introducendo una membership di seconda classe. Ovviamente non abbiamo firmato, e lui è andato alla guerra per evitare di avere confini più vicini alla Nato, ottenendo l’esatto contrario, ha avuto cioè maggiore presenza della Nato sul fronte orientale». Bastava cioè mantenere le distanze, e la guerra non ci sarebbe stata.
Un altro esempio di un comportamento “alienum a ratione”, per dirla con papa Giovanni XXIII, ossia “fuori della ragione” se non di follia, sta nella posizione assunta dall’Ucraina come l’ha enunciata il portavoce ufficiale di Zelensky, Mikhailo Podolyak. Egli prima ha liquidato papa Francesco, dicendo: “Non ha senso parlare di un mediatore chiamato papa, se questi assume una posizione filorussa… Il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione: ingannerebbe l’Ucraina o la giustizia”: uno schiaffo al papa che Marco Politi ha paragonato allo “schiaffo di Anagni”. Poi Podolyak ha descritto il mondo come l’Ucraina di Zelensky se lo immagina oggi e dopo la vittoria sulla Russia: “Smettetela di flirtare con i maniaci ignorando le loro vere intenzioni. Smettetela di pensare che sia possibile negoziare con la Russia e che sia importante. La decisione sulla Russia deve ancora essere presa: isolamento geopolitico, status di terrorista, sospensione dall’appartenenza a istituzioni globali, mandati di arresto individuali per alti funzionari. E soprattutto la sconfitta nella guerra seguita dalla trasformazione interna”. Povera Ucraina e poveri noi in un mondo così, in cui popoli interi debbano essere scartati e messi alla gogna!
La terza performance insensata e incoerente è quella di Biden che a Pechino ha detto: “Non voglio il contenimento della Cina. Voglio solo assicurare che ci sia una relazione onesta e chiara”. Peccato che nella sua “Strategia della sicurezza nazionale americana”, firmata nell’ottobre scorso, ci sia scritto che il maggiore “competitore strategico” degli Stati Uniti è la Cina, che rappresenta la “sfida culminante” nel prossimo decennio, mentre il segretario alla Difesa ha aggiunto che il conflitto con la Cina non è “né inevitabile né auspicabile” ma che in ogni caso gli Stati Uniti sono pronti “a prevalere nel conflitto”. Tuttavia nessuna vera ragione è stata fornita sul perché bisogna prendersela con la Cina e farne l’ultimo Nemico in una guerra finale con lei.
Sono queste alcune delle ragioni che stanno alla base dell’Appello “Terra, Pace Dignità”, lanciato da Michele Santoro e da me “ai pacifici, alle donne e agli uomini di buona volontà, agli elettori di tutte le liste, agli assenti dalle urne e a quelli di deluse speranze”, per porre termine alla guerra di Ucraina, condizione di salvezza perché “la storia continui”, e a questo fine dare una rappresentanza politica a tre soggetti ideali, tre ordinamenti, che non l’hanno o l’hanno perduta: la Terra, la Pace e la Dignità di tutte le creature; è questa infatti la via, che non elude la dura prova della politica, per giungere infine al ripudio sul piano mondiale della guerra e a quel costituzionalismo mondiale che solo lo può garantire.
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