martedì 12 maggio 2015

GIOIA E SPERANZA, MISERICORDIA E LOTTA


A CINQUANTA ANNI DALLA GAUDIUM ET SPES

Relazione di Raniero La Valle all’Assemblea di “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”

Roma, 9 maggio 2015

 Cari Amici,
quando tre anni fa abbiamo cominciato i nostri incontri per celebrare i 50 anni dal Concilio, e abbiamo previsto di giungere a parlare della Gaudium et Spes, abbiamo corso un grosso rischio. Perché se nel frattempo non fosse successo niente, se non fosse arrivato papa Francesco, oggi avremmo rischiato di fare dell’archeologia.
Avremmo parlato di un documento ormai vecchio, obsoleto, che non era piaciuto neanche allora ai migliori protagonisti del Concilio, per una sua certa dipendenza mondana, per un suo ottimismo della volontà che sembrava non fondato ed ingenuo, per un suo evangelismo debole e per la mancanza di un’intelligenza messianica; un documento che aveva condannato la guerra totale ma non aveva messo al bando l’atomica, che aveva accondisceso alla deterrenza e relegato in una nota a piè di pagina la Pacem in terris, che si era accorto dell’amore umano tra i coniugi ma poi aveva lasciato al papa di decidere come dovessero farlo; e mentre il nostro movimento aveva preso il nome della Chiesa dei poveri, i poveri nella Chiesa oggi starebbero ancora nelle catacombe, come dalle catacombe era uscito il “patto” dei vescovi più conciliari sulla povertà della Chiesa; i poveri sarebbero nelle catacombe e non si riunirebbero invece in Vaticano nell’aula del “vecchio Sinodo”, non si farebbero il bagno e la barba sotto il colonnato di san Pietro, non andrebbero al concerto ai primi posti nell’aula Paolo VI e non sarebbero invitati a visitare la cappella Sistina, dato che anch’essi hanno diritto non solo al pane ma anche alla bellezza.

Il rischio dell’archiviazione del Concilio

E se ancora fossimo nel deserto in cui eravamo tre anni fa, il Concilio stesso sarebbe oggi dilaniato tra le diverse ermeneutiche, sarebbe rimosso come un “non-evento”, sarebbe esorcizzato perché, come aveva detto Paolo VI, attraverso le sue fessure il fumo di Satana era penetrato nel tempio di Dio, e infine sarebbe sostituito dal Catechismo della Chiesa cattolica del 1992, che secondo il cardinale Levada e  Benedetto XVI doveva essere assunto come la vera ricezione del Concilio nell’anno della fede 2012; e talmente il Vaticano II avrebbe dovuto essere considerato ormai chiuso e archiviato che alcuni tra noi avevano pensato che ci volesse un Vaticano III.
Continua...