UNA NUOVA ALLEANZA
Il 29 giugno scorso nel vertice di Madrid la NATO ha prenotato la III guerra mondiale, con l'idea che possa essere non nucleare, ripristinando la Russia come Nemico e per la prima volta assumendo la Cina come il Nemico potenziale di oggi e il Nemico finale di domani. Si spezza pertanto l’unità del mondo, acquisita a fine secolo dal capitalismo ed esaltata nella globalizzazione, e si riproduce la cortina di ferro che la rivista “Limes” definisce oggi come “cortina d’acciaio”. Da questa parte di essa accorrono anche Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, presenti al vertice su invito. Si includono nell’Alleanza Svezia e Finlandia con l’assenso della Turchia di Erdogan pagato con la vendita dei Curdi, e si conferma l’uso dell’Ucraina come vittima, approfittando dell’offerta fattane da Zelensky per innescare il conflitto ieri e prolungarne poi il sacrificio per tutto il corso della crisi fino ad ora.
La guerra, cominciata con l’aggressione russa e personalizzata per il volgo come l’aggressione di Putin, si ritorce dunque contro di lui: come ha detto Biden, egli “puntava al modello Finlandia per l'Europa e invece ottiene il modello Nato". Tanto meno essa potrà servirgli per l’annessione dell’Europa all’Impero di Pietro il Grande, che perseguiva come nuovo Zar, secondo le intenzioni attribuitegli dalla stampa occidentale,
Quanto all’esercizio vero e proprio della guerra esso viene assicurato dalla NATO con le armi largamente fornite all’Ucraina (che ne denuncia il fabbisogno di 5 miliardi di dollari al mese) per sostituire e integrare quelle ex sovietiche con le armi “atlantiche”, e viene predisposto con lo schieramento annunciato da Stoltenberg di 300.000 uomini (come si diceva una volta quando non si teneva conto delle donne) lungo la frontiera europea della Russia.
Come già era accaduto nel 1998 quando aveva intrapreso in proprio la guerra contro la Jugoslavia la NATO si attribuisce pertanto quello “ius ad bellum” che era stato finora prerogativa ed espressione degli Stati sovrani. Essa si presenta perciò come un soggetto a se stante, come un nuovo Leviatano nel concerto delle Nazioni, più che come una alleanza tra Stati stipulata dai governi e ratificata, quando si dà democrazia. dai rispettivi Parlamenti.
Si tratta dunque di una Terza alleanza. La Prima Alleanza fu quella scaturita dal Patto Atlantico del 4 agosto 1949 per gestire la guerra fredda. Nel novembre 1991 dopo la guerra del Golfo essa, nonostante lo scioglimento del Patto di Varsavia e il raggiungimento del suo scopo sociale, fu confermata dal vertice di Roma, che tuttavia ribadì la sua natura difensiva e la sua area di competenza geograficamente limitata: perfino con enfasi i documenti di Roma affermavano che “nessuna delle sue armi sarà mai usata se non per autodifesa, né essa si considera avversario di alcuno”.
Tuttavia ciò viene meno quando, nell’aprile 1999 nel pieno della guerra jugoslava il vertice di Washington dà alla luce una seconda Alleanza, che introduce un nuovo “concetto strategico” e abbandona il vecchio limite di competenza territoriale per abbracciare tutta “l’area euro-atlantica” compresa la Russia e l’Ucraina, venendo a coincidere così di fatto con l’emisfero Nord del mondo. Al compito di preservare l’equilibrio in Europa, si sostituisce quello della “risposta alle crisi” e di “gestione delle crisi”, anche sul piano militare. La riserva della natura esclusivamente difensiva dell’impiego della forza armata, stabilita dall’ONU e ribadita dalla risoluzione del ‘91 viene lasciata cadere, e vengono contemplate espressamente operazioni fuori area non coperte dagli art. 5 e 6 del Trattato istitutivo. La questione non è più la difesa dell’Europa ma è il mondo, è il governo del mondo.
La ragione è che il mondo è diventato troppo pericoloso, e ciò viene ben presto dimostrato l’11 settembre 2001 con l’attacco alle Torri gemelle. Un anno dopo, nel settembre 2002, gli Stati Uniti rendono nota la nuova “Strategia della sicurezza nazionale” che viene fatta consistere in un dominio esteso a tutta la Terra; nessuna Potenza (nemmeno l’Europa) dovrà mai eguagliare la forza militare degli Stati Uniti, la prevenzione non basta più, “la miglior difesa è l’attacco” prima ancora che la minaccia si riveli. . Questa dottrina viene estesa alla NATO; del resto quando Putin e Clinton avevano nel 2000 a Mosca discusso un eventuale ingresso della Russia postsovietica nella NATO, la delegazione americana presente ai colloqui si era opposta perché un’alleanza (come uno Stato) non può sussistere senza nemici. Anzi il nemico, inteso hegelianamente come l’estraneo, lo straniero, è secondo la dottrina schmittiana corrente in Occidente, il criterio stesso del politico.
Il nuovo “concetto strategico” adottato a Madrid segna ora l’avvento della Terza Alleanza.
Quale risposta può essere data all’altezza di questa sfida? Essa non può essere né quella di un’alleanza contro l’altra (i Paesi del BRICS, Brasile, Russia, Cina, Sudafrica, contro quelli della NATO) né di un’uscita unilaterale dall’Alleanza, che sarebbe catastrofica e inefficace. In un’assemblea popolare che, per una fortuita coincidenza, si è tenuta a Messina il giorno successivo al vertice di Madrid, si è condivisa una proposta che avevamo formulato anche noi, quella di una risposta propriamente politica. Occorre che almeno uno Stato sovrano si faccia promotore di una visione del mondo diversa, di una politica internazionale inclusiva, di una casa comune abitata non da nemici ma da una stessa umanità. Questo Paese sovrano può essere l’Italia, per la sua stessa vocazione costituzionale; la proposta perciò è di promuovere una legge costituzionale di iniziativa popolare per aggiungere alla Costituzione una norma transitoria e finale per la quale l’Italia operi perché il ripudio della guerra in tutte le sue forme, comprese le sanzioni e le altre modalità di genocidio, sia fatto proprio da tutti gli Stati, siano ridotte consensualmente le armi e le spese militari, siano sciolte le alleanze di parte, sia salvaguardata la Terra e si persegua il fine di una Costituzione mondiale che garantisca giusti ordinamenti e il godimento universale dei diritti e dei beni fondamentali per tutti, nessuno escluso. Alle alleanze di guerra imposte dai poteri, può far seguito una Nuova Alleanza voluta dai popoli.
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