venerdì 3 gennaio 2020

NON ERA SCONTATO


Siamo entrati nel nuovo anno, cosa che, come ha detto il papa all’Angelus del primo gennaio, non era affatto scontata; e anzi siamo entrati nel secondo ventennio del terzo millennio: è questo il tempo atteso e che viene, nel quale si rinnova la pienezza dei tempi, anche grazie a un uomo mandato da Dio il cui nome è Francesco.
L’anno si è aperto con l’idea nuova che sia possibile una Costituzione della Terra, un costituzionalismo mondiale, una famiglia umana che diventi anche soggetto politico e giuridico, onde la Terra e la storia possano essere salvate.
Entrando nel Nuovo Anno, non possiamo non segnalare la toccante omelia di papa Francesco nella Messa di capodanno, nella quale c’è un elogio della pazienza (ci vuole pazienza anche per nascere, “giorno dopo giorno, mese dopo mese”), un’investitura a un ruolo trainante delle donne (“per tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna”), uno sguardo estatico sul suo corpo che nessuno aveva mai osato (“la carne più nobile del mondo”; ogni violenza contro di essa è “una profanazione di Dio”) e una esaltazione della Madre di Dio così essenziale (nel suo grembo “ Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre”) da far apparire in tutta la sua miseria l’accusa rivolta al papa sul blog dell’Espresso-la Repubblica curato da Sandro Magister di non aver attribuito in una  recente omelia mariana alla Madonna l’attributo di “corredentrice”, ciò che per l’ortodossia cattolica sarebbe un’eresia.
A tutti gli auguri più cordiali di buon anno, e l’augurio è che lo impieghiamo perché ciò che non è scontato accada: «non è scontato che il nostro pianeta abbia iniziato un nuovo giro intorno al sole e che noi esseri umani continuiamo ad abitarvi. Non è scontato, anzi, è sempre un “miracolo” di cui stupirsi e ringraziare», sono queste le parole testuali del papa al primo Angelus dell’anno. E per prendere coscienza che non sia scontato basta leggere le previsioni sempre più allarmate degli scienziati sullo stato della Terra, basta guardare l’Australia che brucia e l’Indonesia travolta dalle acque, e basta aprire il libro delle arroganze e delle guerre, da un Salvini che liquida come “mellifluo”  il discorso di civiltà con cui Mattarella ha cercato di promuovere la pace almeno in Italia, a un Erdogan che vuole tornare a dominare con le armi turche quella Tripolitania da cui la conquista che ne aveva fatto l’Italia coloniale nel 1911 le aveva scacciate; e dopo un secolo siamo ancora lì, tra Imperi e colonie e macerie di distruzioni di dolori e di lutti che la storia accumula dietro di sé, e che abbiamo causato anche noi. Se il Mediterraneo è un mare di sangue, noi non siamo innocenti.



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