venerdì 14 febbraio 2020

UNA LETTERA D’AMORE


C’è delusione per l’”esortazione postsinodale” del papa a conclusione del Sinodo per l’Amazzonia. Ci si aspettava un’apertura sul ministero sacerdotale di uomini sposati e anche sull’accesso delle donne al sacro ordine del diaconato, che invece non c’è stata nonostante che il documento finale votato dal Sinodo dei vescovi al n. 111 proponesse l’ordinazione di uomini sposati “idonei e riconosciuti dalla comunità” e al n. 102 riconoscesse "la ministerialità che Gesù ha riservato alle donne”.
Sarebbe sbagliato però ridurre l’attenzione a questi due soli punti quando lo scritto del papa “Querida Amazonia”, Cara Amazzonia, è di una ricchezza straordinaria ed esprime un’intensità di coinvolgimento e di amore per una terra e per i poveri che la abitano quale nessun papa aveva mai manifestato finora. Si tratta di un testo intriso di poesia, e si sa che la poesia apre spazi che vanno ben oltre le parole, il che è un buon criterio ermeneutico per intendere anche ciò che nel testo non viene detto. Non si era mai visto un papa che in un documento magisteriale facesse propria una poesia così: “Del fiume fà il tuo sangue… Poi piantati, germoglia e cresci, che la tua radice si aggrappi alla terra perpetuamente  e alla fine sii canoa, scialuppa, zattera, suolo, giara, stalla e uomo” (da “Llamado” del peruviano Javier Yglesias).
Bisogna dire piuttosto che la rinuncia del papa ad affrettare la riforma della Chiesa su questi due temi cruciali certamente risponde alla preoccupazione di non dare pretesti a uno scisma nella Chiesa, dopo l’intimidazione del libro del cardinale Sarah avallata da un ex papa che secondo la dottrina romana era stato infallibile fino al 28 febbraio dell’anno scorso e da un cardinale che senza essere infallibile era stato presidente dei vescovi della Chiesa italiana dal 1991 al 2007.  Certamente si trattava di una situazione nuova: non era mai successo che un papa infallibile ieri interferisse sulle decisioni di un papa infallibile oggi; è una cosa che poteva succedere solo dopo il 1870, e infatti oggi è accaduta, perciò ci vorrebbe ora una bella norma canonica a regolare la statuto degli ex papi. 
In ogni caso Francesco ha scelto con saggezza, sotto ricatto, scontentando i fedeli, ma pago di aver attivato un processo, che è molto più che occupare uno spazio. E il papa è stato ben attento a lasciarlo aperto proprio attraverso la scelta che ha fatto con la sua Esortazione. Questa infatti non sostituisce e perciò non cancella il documento finale del Sinodo dove quelle aperture erano contenute. Infatti scrive il papa nella sua Esortazione  apostolica di non voler “ripetere e sostituire” le conclusioni del Sinodo, ma esprimerne le risonanze provocate in lui, e insieme “presentare ufficialmente” quel documento finale “a cui hanno collaborato tante persone che conoscono meglio di me e della Curia romana la problematica dell’Amazzonia”, che è come dire: state a sentire loro.
A corroborare questa lettura è venuta la dichiarazione del cardinale Czerny, segretario speciale del Sinodo per l’Amazzonia, nella conferenza stampa in Vaticano di presentazione dello scritto del papa. Egli ha detto che si tratta di “una lettera d’amore”. Ė un documento del magistero, appartiene al magistero ordinario del successore di Pietro. Il documento finale del Sinodo è invece costituito da proposte che i Padri hanno votato ed hanno affidato al Santo Padre. Ebbene, il papa ha autorizzato la sua pubblicazione con i voti espressi, lo ha presentato ufficialmente e ha incoraggiato a leggerlo per intero. Ciò vuol dire, ha concluso il cardinale, che esso, al di là dell’autorità magisteriale formale, assume “una certa autorità morale e ignorarla sarebbe una mancanza di obbedienza alla legittima autorità del Santo Padre, mentre – ha aggiunto sornione - trovare difficili alcuni punti non sarebbe considerata una mancanza di fede”. Che è come dire che se il card. Sarah trova difficile il far preti uomini sposati, non per questo si deve pensare che manchi di fede. Il segretario speciale del Sinodo ha concluso che “le lezioni” che vengono dal documento sinodale e dall’Esortazione “Querida Amazonia” sono da applicare oltre l’Amazzonia, “esse toccano tutta la Chiesa e tutto il mondo anche se in modo non uniforme”.
Mai un Sinodo dei Vescovi, tanto meno un Sinodo locale, aveva avuto un simile riconoscimento della sua autorità e della sua autonomia. Questo vuol dire che la partita non è chiusa, e quando nell’Esortazione del papa si trova scritto che i popoli amazzonici hanno bisogno della celebrazione dell’eucarestia, ed è urgente fare in modo che non siano privati di essa come del sacramento del perdono, è chiaro che la strada resta aperta al sacerdozio senza celibato. Non a caso il papa precisa che la sola cosa che distingue il sacerdozio cattolico è l’ordine sacro, e non è certo, come alcuni pensano,”il potere, il fatto di essere la massima autorità della comunità”; allo stesso modo, si potrebbe continuare, a distinguerlo non è il celibato.
E quanto alle donne, è sorprendente la motivazione edificante e femminista data dal papa del non cooptarle all’ordine sacro: sarebbe riduzionista, sarebbe un pensarle solo in modo funzionale se si ritenesse che la Chiesa, per godere del loro carisma, le debba ordinare, quando “senza le donne essa crolla”, sono loro che anche in Amazzonia hanno tenuto in piedi la Chiesa, e tutto ora bisogna fare tranne che clericalizzarle. C'è qui l’eco di una discussione, aperta anche tra le donne .
La lettera del papa può apparire perciò non come un momento di ripiegamento nel conflitto aperto nella Chiesa, ma come uno straordinario atto di governo.
Venerdì prossimo, 21 febbraio alle 11 prenderà avvio  a Roma, alla Biblioteca Vallicelliana, in via della Chiesa Nuova 18, la Scuola “Costituente Terra”, che si propone di far crescere il pensiero dell’unità della famiglia umana, come soggetto politico e di storia, e di promuovere l’adozione  di una Costituzione della Terra. Ė una scuola ma pure un’antiscuola, perché si tratta anche di dismettere culture obsolete e di disimparare arti perverse, a cominciare dall’arte della guerra. L’evento prevede una presentazione della Scuola e una relazione del prof. Luigi Ferraioli sul perché di un costituzionalismo mondiale. Tutti sono invitati a intervenire.

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