RITORNO ALL’UMANO
C’è una buona notizia che può diventare il preannunzio di un mondo diverso,
umano. La seconda cosa che farà il presidente Biden una volta insediato alla
Casa Bianca, sarà di bloccare la costruzione del muro al confine col Messico e mettere
fine al "travel ban" (divieto di ingresso) da alcuni Paesi musulmani
negli Stati Uniti, voluto dalla presidenza inumana di Donald Trump.
Ci sarà anche il blocco dei rimpatri forzati per almeno cento giorni e
l'istituzione di una task force per riunire le famiglie di immigrati. Insieme
al segretario per l'Homeland Security Alejandro Mayorkas, il primo ispanico a
ricoprire quel ruolo, Biden invierà poi al Congresso una legge che indichi un
percorso di cittadinanza per 11 milioni
di immigrati irregolari e un provvedimento per rafforzare il programma per i
Dreamer (migranti entrati negli Stati Uniti illegalmente quando erano bambini).
La prima cosa invece che Biden farà (sta già facendo) è la lotta contro la
pandemia di coronavirus, mediante l’abbandono delle mendaci politiche
negazioniste e un attivo intervento di prevenzione e di cura.
La buona notizia consiste soprattutto nel fatto che la
seconda cosa viene insieme alla prima. Essa dice che non si può combattere e
vincere la malattia pandemica che colpisce indiscriminatamente tutta l’umanità,
se nello stesso tempo non si combatte e non si ripudia la politica che
discrimina respinge e distrugge volutamente una gran parte di questa stessa umanità
nel momento della sua massima debolezza, che è quello della migrazione, della
fuga, dello sradicamento, ma è anche l’inverosimile momento della speranza,
nonostante tutto, in una futura vita migliore.
Lotta alla pandemia e lotta alla negazione dei diritti,
al rifiuto dell’accoglienza e dell’asilo sono una cosa sola, l’una non riesce
senza l’altra, perché il mondo è uno. Se cade sui confini del Messico un muro
più vergognoso del muro di Berlino, non può che seguirne lo stesso esito che
ebbe la rimozione , sacrosanta, del muro
in Europa: come allora ne seguì inevitabilmente la riunificazione della
Germania, così oggi al blocco della costruzione del muro tra il Nord e il Sud
dell’America deve seguire la riunificazione del mondo, cioè il riconoscimento
del fatto (almeno alla speculazione
finanziaria già noto) che l’umanità è una, uno solo è il soggetto multilingue
innumerevole e meraviglioso che abita la Terra. E perciò il ritorno
dell’America a pratiche di umanità e di mitezza (papa Francesco non ha
predicato invano) può voler dire un cambio di passo: non solo quel muro deve
cadere, ma tutti i muri che frantumano
il mondo e che sono il vero distanziamento sociale che lo porta alla crisi e
alla fine.
Questo vuol dire allora che adesso i primi chiamati ad
abbattere i loro muri di apartheid, di frontiere e porti chiusi e di sfruttamento
in patria della manodopera straniera sans papier e senza diritti, sono i Paesi europei che hanno adottato politiche
di esclusione e di persecuzione, illudendosi
di chiudersi nella loro isola di felicità. Mentre l’Europa dimostra una
nuova sensibilità nel rispondere alla crisi del Covid 19, il vero MES, la vera
questione aperta, è che, al di là dell’emergenza attuale, l’Europa accetti
l’unità col mondo, l’unità con l’altro, con i fuggiaschi e con i poveri,
l’unità che consiste nell’essere tutti prossimo l’uno all’altro. E che
nell’unità stabilisca un nuovo patto con la Turchia e con Israele; perché anche
per loro non ci siano più popoli negati, armeni, siriani, palestinesi che siano,
che anche quei muri siano rimossi, eretti perfino nella città del Natale. Comincerebbe da qui il mondo nuovo, il mondo governato
da una Costituzione della Terra, nostro
progetto e speranza.
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