Che cos'altro ci vuole per capire che cosa ci viene proposto di essere e quanto
strenua deve essere la lotta per non diventarlo? Vogliono che introduciamo nel
nostro Codice penale ciò che nemmeno il Codice Rocco buonanima sopporterebbe, e
cioè il reato di "integralismo islamico". Reato non solo d'opinione,
vietatissimo ed esorcizzato nella nostra Costituzione, ma reato di esagerata
fede religiosa, fattispecie giuridica di straordinaria modernità, quale neanche
l'Unione Sovietica riuscì ad inventare istituendo il reato di mancato ateismo.
L'introduzione del reato di integralismo islamico è stata illustrata dalla
signora Santanchè in TV, non in una trasmissione delle Iene, ma in una
compassata puntata di "Otto e mezzo" della Gruber. Si tratta di una
proposta dei "Fratelli d'Italia" (pezzetto giustamente minoritario
della destra, giustamente all'opposizione) per combattere l'immigrazione e
risolvere il problema della delinquenza straniera in Italia. La motivazione di
questo reato, secondo i proponenti che siedono in Parlamento, è quella comune a
tutta la destra: "prima gli italiani". In questo caso, secondo la
signora Santanchè non si tratterebbe di dire "prima i delinquenti italiani",
ma "solo i delinquenti italiani, ne abbiamo anche troppi!",
intendendosi che i migranti e i naufraghi che arrivano devono essere respinti
in quanto delinquenti, o almeno in quanto delinquenti islamici. In tal caso
l'art. 10 della Costituzione dovrebbe essere modificato così: "Lo
straniero (fatta eccezione degli integralisti islamici), cui sia impedito nel
suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla
Costituzione Italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica,
secondo le condizioni stabilite dalla legge. Dello straniero che fugge dalla
fame, dalla miseria e dalla guerra, ateo o credente esagerato o moderato che
sia, non se ne parla nemmeno".
A suffragare questa svolta di civiltà a cui siamo invitati la senatrice passata
a "Fratelli d'Italia" ha citato e richiamato in vita un cardinale
ricordato da pochi, il cardinale Biffi che fu successore di Lercaro a Bologna.
Disse il cardinale Biffi, anche lui non in una trasmissione delle Iene, che
l'Italia doveva aprirsi a un'immigrazione selezionata. Cardinali che
scandalizzano i piccoli in una Chiesa matrigna, possono essere non solo i
pedofili alla Mc Carrik, grazie a Francesco ormai privato della porpora. Dunque
secondo Biffi e questo filone di pensiero l'immigrazione dovrebbe essere selettiva.
"Selezionata" da chi? Gli imprenditori e i caporali selezionerebbero
quelli di buona statura e dalla muscolatura adeguata, come nel romanzo di
Salvatore Maira, "Centomila muli", gli ufficiali ellenici
selezionavano a Messina i muli più robusti da mandare per mare in Grecia, come
riparazioni di guerra che l'Italia doveva pagare per la sua aggressione. Gli
integralisti cattolici o "atei credenti" desiderosi di restaurare il
regime di cristianità, selezionerebbero solo i cattolici o al massimo, per
allargare il bacino dell'utenza, solo i cristiani di qualunque confessione.
In tal caso non ci sarebbe più né Costituzione né civiltà, per non parlare
della libertà religiosa.
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