lunedì 26 aprile 2010

Corrispondenza negata

di Raniero La Valle

C’è un libro intitolato “Corrispondenza negata” in cui sono pubblicate le lettere che il manicomio di Volterra intercettava e sequestrava, sia che fossero lettere scritte dai ricoverati, sia che fossero lettere a loro dirette.
Prima della riforma, quando i manicomi erano quelle istituzioni totali che Basaglia e gli Psichiatri democratici dovevano denunciare e far chiudere, ai pazienti veniva tolto il diritto di comunicare, e la loro corrispondenza era pertanto “negata”. Inutile dire che molto spesso si trattava di lettere bellissime, e che tutti ci avrebbero guadagnato se avessero potuto essere spedite e ricevute.

L’Italia di oggi non è ancora una istituzione totale, ma sotto l’imperio del “centralismo carismatico” di Berlusconi, come lo ha chiamato spietatamente Gianfranco Fini, un manicomio lo è, anche se le persone disturbate sono più nelle stanze della direzione che nei reparti delle vittime; è infatti lì, in direzione, che siede chi vede
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venerdì 9 aprile 2010

Cantare il gregoriano

di Raniero La Valle

Non è questione che il New York Times, lo Stern o la TV norvegese attaccano il Papa e le diocesi, è che la Chiesa non è contenta di come molti vescovi, le autorità della Curia romana e i media che ne dipendono affrontano la crisi pedofilia.

La Chiesa non è contenta prima di tutto di venire a sapere ciò che neanche si immaginava, e cioè che tra il clero in cura d’anime (e delle anime infantili in particolare) fosse così diffusa una pratica che ripugna alla coscienza comune. Sarà pure vero che la percentuale di pedofili nel clero non è superiore alla percentuale di pedofili di ogni altra categoria maschile, però consolarsi così sarebbe come dire un giorno che la percentuale di suore che abortiscono non è superiore a quella di tutte le altre donne che lo fanno. C’è una virtù del clero che, benché i sacramenti funzionino “ex opere operato”, ci si aspetterebbe di vedere onorata non con eccezioni percentuali così elevate.
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