di Raniero La Valle
C’è un libro intitolato “Corrispondenza negata” in cui sono pubblicate le lettere che il manicomio di Volterra intercettava e sequestrava, sia che fossero lettere scritte dai ricoverati, sia che fossero lettere a loro dirette.
Prima della riforma, quando i manicomi erano quelle istituzioni totali che Basaglia e gli Psichiatri democratici dovevano denunciare e far chiudere, ai pazienti veniva tolto il diritto di comunicare, e la loro corrispondenza era pertanto “negata”. Inutile dire che molto spesso si trattava di lettere bellissime, e che tutti ci avrebbero guadagnato se avessero potuto essere spedite e ricevute.
Prima della riforma, quando i manicomi erano quelle istituzioni totali che Basaglia e gli Psichiatri democratici dovevano denunciare e far chiudere, ai pazienti veniva tolto il diritto di comunicare, e la loro corrispondenza era pertanto “negata”. Inutile dire che molto spesso si trattava di lettere bellissime, e che tutti ci avrebbero guadagnato se avessero potuto essere spedite e ricevute.
L’Italia di oggi non è ancora una istituzione totale, ma sotto l’imperio del “centralismo carismatico” di Berlusconi, come lo ha chiamato spietatamente Gianfranco Fini, un manicomio lo è, anche se le persone disturbate sono più nelle stanze della direzione che nei reparti delle vittime; è infatti lì, in direzione, che siede chi vede
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