di Raniero La Valle
Con grande forza simbolica, nel
febbraio di quest’anno di grazia 2013, hanno contemporaneamente fatto irruzione
sulla scena le due crisi epocali che il cattolicesimo critico aveva
identificato e denunciato negli anni Quaranta del Novecento, alla fine della
seconda guerra mondiale: la catastroficità della situazione politica e la
criticità della situazione ecclesiale, due crisi speculari e alimento l’una
dell’altra.
La prima si manifestava nel fatto
che nel nazismo, nella guerra e in Hiroshima era venuto a concludersi
tragicamente l’intero ciclo culturale e politico dell’Occidente; la seconda era
espressa dal drammatico interrogativo dell’arcivescovo di Parigi, cardinale
Suhard, tradotto in Italia dalla Corsia dei servi e da “Cronache sociali” col
titolo: “Agonia della Chiesa?” Fu soprattutto Giuseppe Dossetti che su questa
doppia diagnosi di situazione critica della società e della Chiesa, parlò con
spirito di profezia e impostò tutte le sue scelte e la sua vita, dalla Costituente
al Concilio, alla scelta monastica, alla Palestina, ai Comitati per la
Costituzione.
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