21 marzo ore 16.30
Conferenza stampa aperta ai cittadini
Federazione Nazionale
della Stampa
Roma, Corso Vittorio
Emanuele 349
In vista del referendum per
decidere se sostituire la Costituzione del 48 con la nuova Costituzione
scritta dal governo, il 21
marzo alle ore 16.30 presso la Federazione Nazionale della Stampa in Corso
Vittorio Emanuele 349 Anna
Falcone, Alex Zanotelli, Domenico Gallo, ADISTA e Raniero La Valle
illustreranno le ragioni dei “Cattolici del NO” e i motivi che legittimano i
cittadini a lottare per la coerenza tra i loro valori più alti e la
Costituzione repubblicana. Il prof. Luigi Ferrajoli chiarirà il rapporto tra la
seconda e la prima parte, ordinamento e principi, di una Costituzione indivisibile.
Con l’invito a partecipare,
gradisca i più cordiali saluti.
CATTOLICI DEL NO
NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE
NO alla democrazia dimezzata
La posta in
gioco tra il Sì e il No nel prossimo referendum costituzionale non è il Senato ma è l’abbandono della
Costituzione vigente e la sua sostituzione con un sistema di democrazia
dimezzata in cui i valori e i diritti riconosciuti nella prima parte della
Carta, da cui dipendono la vita, la salute
e la possibile felicità del cittadini, sarebbero isolati e neutralizzati
per lasciare libero campo al potere del denaro e delle sue istituzioni
nazionali e sovranazionali. Questo, col supporto di una legge elettorale
congegnata per dare tutto il potere a un solo partito, è il disegno delle
riforme istituzionali oggi sottoposte al popolo come nuove, ma concepite da
vecchi politici, nostalgici dei modi spicciativi di governo di un lontano
passato.
Mettendo mano
alla Costituzione questi politici vogliono riaprire vecchie questioni di
democrazia risolte da tempo e da cui non si può tornare indietro: divisione dei
poteri, sovranità popolare, fiducia parlamentare ai governi senza vincolo di
disciplina di partito, libertà e diritti sottratti all’arbitrio dei poteri,
anche se espressi dalle maggioranze. Si sarebbero dovute fare al contrario
riforme rivolte al futuro, a partire dalla domanda sul perché i diritti al
lavoro e a condizioni economiche e sociali che non impediscano il pieno
sviluppo della persona umana, pur sanciti in Costituzione, non si sono mai
realizzati, e non certo per colpa solo del Senato. È questa domanda, non quella
sul numero dei senatori, che avrebbe risvegliato la coscienza pubblica, a
cominciare dai giovani oggi così disperati, e curato la piaga sociale
dell’assenteismo e dell’indifferenza.
La
Costituzione è un bene comune e, pur provenendo ciascuno da parti diverse,
comune deve essere la battaglia di uomini e donne per la sua cura e la sua
difesa, ognuno lottando però con i suoi colori e con le sue bandiere. I cristiani
già altre volte, in momenti cruciali della storia della Repubblica, sono stati
determinanti con le loro scelte nei referendum per un avanzamento della
democrazia e della laicità e per tenere aperta la via di vere riforme. Oggi come
cattolici ci sentiamo di nuovo chiamati a votare NO alle spinte restauratrici, e così ci saranno dei “Cattolici del NO” in
questo referendum. Allo stesso modo speriamo nell’impegno di molti altri
cristiani di ogni denominazione e confessione. Ugualmente voteranno NO
moltissimi che cristiani o credenti non sono, magari anche più motivati e
determinati di noi. Ma noi, che pur non siamo soliti nominare la fede nella
lotta politica, questa volta diciamo NO proprio come cattolici, rispettando in
ogni caso quanti saranno spinti da motivazioni diverse.
Prima di
tutto votiamo NO per una questione di
giustizia. Se, nel suo significato più elementare, la giustizia è “la
correttezza di una pesata eguale”, lo scambio che ci viene proposto, di dar via
metà della Costituzione per avere in cambio ancora Renzi al potere, non è
giusto. Renzi e la Costituzione non hanno lo stesso peso, e mentre il primo non
ci è costato niente (non lo abbiamo nemmeno eletto) la Costituzione ci è
costata molto, in pensiero e martiri anche nostri. Perciò, come voto di
scambio, Renzi contro la Costituzione è uno scambio ineguale.
Di
conseguenza se in questo gioco d’azzardo con la Costituzione Renzi,
perdendo, vorrà lasciare il potere, ce ne faremo una ragione. Ma avremo salvato
l’idea che ci vuole un minimo d’equità anche in un baratto.
In secondo
luogo votiamo NO per una questione di
verità. Non è vero che la Costituzione vigente è vecchia, tant’è che da
vent’anni si cerca di cambiarla. Vero è che da vent’anni essa resiste, anche grazie a imponenti voti
popolari. Vecchia è invece la proposta Costituzione nuova, che dà più potere al
potere e meno potere ai cittadini, in ciò tornando allo Statuto albertino
concesso dal re e finito in Mussolini. Ma è un’illusione che dia più potere a
Renzi e alla Boschi, che già conosciamo; in realtà darà più potere e forza
esecutiva a uno di quei mangiapopoli arruffoni e razzisti che oggi circolano in
Europa e che facilmente, col marketing delle agenzie pubblicitarie e dei
telefonini scambiati per modernità, potrà insediarsi a palazzo Chigi e nei 340
seggi di replicanti assegnatigli per legge nella Camera residua, con tutti i
poteri compreso il diritto di guerra.
Non è vero
che con la nuova
Costituzione si ridurranno i costi della politica. I deputati
restano 630, le spese delle province ricadranno su altri enti, il Senato rimane
a gravare sul bilancio pubblico col suo palazzo e tutto il suo apparato, anche
se viene ridotto ad un club nobiliare per consiglieri regionali e sindaci che
passeranno a Roma
uno o due giorni alla settimana (sicché il Senato sarà il primo Ufficio
Pubblico a brillare per l’assenteismo del suo personale).
In terzo luogo votiamo no per una questione di patriottismo costituzionale.
Consideriamo la Costituzione la nostra Patria, sia come cittadini che come
cattolici. Come cittadini temiamo che il crollo dell’architettura della
Repubblica causato dalla ristrutturazione in corso travolga anche i diritti e i
valori fondamentali. Come cattolici ci
sentiamo figli della Costituzione perché, benché inattuata, mette al di sopra
di tutto la persona umana e perché fa del lavoro, che una volta era considerato
il compito abbrutente del servo, il fondamento stesso della Repubblica e il
diritto col quale sta o cade la dignità del cittadino.
Infine
votiamo NO per coerenza storica. Per
secoli si è chiesto alla Chiesa di riconoscere la sovranità del diritto e la
divisione dei poteri, e sarebbe assurdo che proprio ora che il papa le ha
solennemente proclamate all’ONU, i cattolici italiani ne abbandonassero la
difesa per tornare a quella vecchia, decrepita, infausta cosa che è l’uomo solo
al comando e tutti gli altri a
dire di sì.
Ma coerenza
storica ci impone di votare no anche perché i cattolici in Italia hanno messo
il meglio di sé nella Costituzione repubblicana. È la cosa migliore che hanno
fatto nel Novecento. Dopo la scelta antiunitaria e revanscista della questione
romana, dopo la sconfitta del Partito popolare, dopo l’acquiescenza al
fascismo, e grazie alla partecipazione alla Resistenza, la Costituzione è stato
il dono più alto che i cattolici, certo non da soli, hanno fatto all’Italia.
Ora si dovrebbe cambiarla per portarla su posizioni più avanzate (più diritti,
più sicurezza sociale, lavoro, cultura, più garanzie contro la cattiva
“governabilità” e l’arroganza della politica), non certo sfasciarla.
Queste sono
le ragioni, laiche e sacrosante, del nostro NO alla rottamazione
costituzionale.
Fatto a Roma il 21
gennaio 2016, dopo l’approvazione in seconda lettura della nuova Costituzione da parte
del Senato, senza i due terzi dei voti,..
Anna Falcone, avvocata, Domenico Gallo, magistrato, Raniero La Valle, giornalista, Alex Zanotelli, missionario comboniano, Raffaele Nogaro,
vescovo emerito di Caserta, Lorenza Carlassare, costituzionalista, Paolo Maddalena, vice-presidente emerito della Corte Costituzionale, Boris Ulianich, storico del cristianesimo, Enrico Peyretti, “operaio del leggere e scrivere”, Torino,
Adista, settimanale di informazione
politica e documentazione, avv. Francesco Di Matteo, presidente del Comitato per il No di Bologna, Giovanni Avena, giornalista,
Roma, Eletta Cucuzza, Roma, Angelo Cifatte, funzionario comunale, Genova, Marcello Vigli, Lidia Menapace, partigiana già senatrice, “Koinonia”, mensile, Convento San Domenico, Pistoia,
Alberto Simoni,
domenicano, Vittorio Bellavite, “Noi siamo Chiesa”, Lorenzo Acquarone, docente universitario, già parlamentare,
Genova, Suore orsoline di Casa Rut, Caserta,
Raffaele Luise,
presidente del Cenacolo degli amici di
papa Francesco, Maurizio
Chierici, giornalista,
Waldemaro Flick, avvocato, Genova, Francesco De Notaris,
senatore nella XII legislatura, Napoli,
Giuseppe Campione,
docente di Geografia politica, presidente
della Regione Sicilia dopo le stragi del ’92, avv. Nanni Russo, già parlamentare, Savona, Sergio Tanzarella, professore di Storia della Chiesa, Facoltà
teologica dell’Italia Meridionale, Pasquale Colella, docente di diritto canonico, Napoli, I redattori de “Il tetto”, Napoli, Giuseppe Florio, Presidente di “Progetto Continenti”, Roma,
Lanfranco Peyretti, Marco Romani, “Pane
Pace Lavoro”, Reggio Emilia, Gilberto Squizzato, giornalista, Busto Arsizio,
Marina Sartorio, insegnante, Genova, Maria
Pia Porta, insegnante, Genova, Paolo Farinella, prete, Genova, Paolo Lucchesi,
sindacalista, Barberino Val D'Elsa (FI), Antonino Cinquemani, Palermo, Maria Luisa Paroni, Sabbioneta
(Mantova), Giovanni Bianco, giurista,
Nicola Colaianni,
professore di diritto ecclesiastico,
Bari, Franco Ferrara, Presidente Centro Studi Erasmo, Gioia del Colle, Carlo Cautillo, prete passionista, Claudio Michelotti, Parma, Michele Celona, architetto, Mantova, Maria Luisa Maioli, pensionata, Mantova,
Gaetano Briganti, insegnante, Mercogliano
(Av), Fiorella
Ferrarini, vicepresidente
ANPI provinciale di Reggio Emilia, Valeria Indirli, catechista, Roncoferraro (Mantova), Rosa Pappalardo, San Fratello (Messina), Corrada Salemi, Dina Rosa, Agoiolo (CR) per SALVIAMO IL PAESAGGIO (sezione casalasca), prof.ssa Marzia Benazzi, Mantova,
Bianca Mussini, maestra, Bozzolo (Mn). Eliana Strona, Torino, Carla Zauli, Bologna, Stefano
Ventura, ricercatore CNR, capo scout,
Bologna, Giovanni Nespoli, Renata Rossi, insegnante, Giorgio
Azzoni, diacono, Carla Pellacini, Gianni Gennari, teologo e giornalista, Annamaria Fiengo,
insegnante di filosofia, Marco
Badiali, Salesiano Cooperatore, Bologna,
Luigi Bottazzi, presidente del Circolo G. Toniolo di Reggio Emilia, Fabio
Ragaini, Francesco Capizzi, chirurgo, Bologna, Giuseppe Acocella, ordinario di Teoria generale del diritto,
Università Federico II, Napoli, Maria Teresa Cacciari, Bologna, Roberto Mancini, docente
di filosofia, Università di Macerata, Aldo Antonelli, prete, Avezzano (AQ), Carmine
Miccoli, prete,
Lanciano (CH), Pio
Russo Krauss, Comunità
cristiana di Via Caldieri, Napoli, Antonio Vermigli, direttore della rivista “In dialogo”,
Quarrata (PT), Giancarlo
Poddine, Savona, Antonio Mammi, Comitati
Dossetti di
Casalgrande, Reggio Emilia, Angela Mancuso, Firenze,
Nicola Tranfaglia,
Università di Torino, Grazia Tuzi, eredi via Chiesa Nuova 14, (Comunità del porcellino), Emanuele Chiodini, San Martino
Siccomano, (PV), Aristide Romani, Flavio
Pajer, Biblioteca per le scienze
religiose (TO), Saverio Paolicelli, Margherita Lazzati, fotografa, Milano, Marina Lazzati, pedagogista,
Fausto Pellegrini,
giornalista, Carlo Cefaloni, Franca Maria Bagnoli,
insegnante, Ivano Pioli, Ilario Maiolo, avvocato, Roma, Piera Capitelli, già
Sindaco di Pavia, Totu Paladini, Fulvio Mastropaolo, ordinario di diritto civile a Roma tre,
Anna Sforza, educatrice penitenziario di
Bologna, Eli Colombo, Augusto
Cacopardo, Firenze, Agata Cancelliere, insegnante, Roma, Nino Cascino, ricercatore sociale, Roma, Giorgio Nebbia, professore, ambientalista, Roma, Maria Ricciardi, Felice Scalia
S.J., gesuita, Messina, Luciano Benini, Comitato per la Costituzione, Fano, Marco Bernabei, psicologo, Mauro Magini, chimico, Roma, Marta Lucia Ghezzi, Pavia, Mauro Armanino, missionario e antropologo, Niamey (Niger),
Andrea Rocca, Paolo Candelari, Miriam Gagliardi, Vladimir Sabillón, grafico, Francesco Riva, cooperante, Jessica Veronica Padilla, bancaria, Donatella Gregori, dipendente pubblico, Pietro Vecchi, studente
di architettura, Donatella Caruso, insegnante,
Loris Lanzoni, imprenditore, Ilaria Barbieri, maestra, Umberto Musumeci, Montebelluna (TV), Antonio Caputo, Giustizia e Libertà, Maria Rosa
Filippone, bibliotecaria,
Genova, Mario Epifani, avvocato,
Genova, Raffaele Porta, professore
di liceo, Andrea Trucchi, avvocato,
Genova, Daniele Ferrarin, Vicenza, Mauro Bortolani, Reggio Emilia, Renzo Dutto e la Comunità di
Mambre, (Cuneo). Franco Camandona, medico, Genova, Giuliano Minelli, Maurizio Mazzetto, prete, Vicenza, Luca
Pratesi, neurologo,
Roma, Giandomenico Magalotti, Francesco Grespan, Maria Paola Patuelli,
Luigi Antonio Faraco, Marzabotto,
Giacomo Grappiolo, insegnante, Genova,
Paolo Palma, presidente dell’associazione Dossetti
“Per una nuova etica pubblica”, già deputato dell’Ulivo, Irene e Francesco
Palma, Cosenza, Irene Scarnati, insegnante di lettere, Cosenza, Giovanni
Serra, imprenditore sociale, già assessore
al Welfare, Cosenza, Franca
Sità, Gianni Russotto, pensionato,
Genova, Giovanni
Colombo, avvocato, Milano, Giuseppe Deiana, presidente
dell’Associazione C.C. Puecher di Milano, Mauro Castagnaro, giornalista,
Francesco Piersante, Luigi Mariano Guzzo, Università Magna Graecia, Catanzaro, Gian
Luigi
Montorsi, imprenditore, Reggio Emilia,
Andriotto Pietro, Costanza Boccardi, casting director, Napoli,
Velia Galati, volontaria emerita della Croce Rossa Italia,
Genova, Mario Corinaldesi, soccorritore
ambulanza ed autista taxi sociale, Agugliano,
(AN), Alessandro Bongarzone, giornalista, Angelo Bertucci, Monica
Pendlebury, Jacopo Bertucci,
Yasmin Bertucci, Giampietro Filippi, geologo,
Savona, Giuseppe Claudio
Godani , Docente di Filosofia. Genova,
Alberto Pane, Andrea Rocca, insegnante,
Milano, Dino Biggio, Cagliari,
Possono firmare questo appello sia
persone singole che riviste, gruppi, circoli, associazioni.
La sede del
Comitato dei cattolici del NO è in Via Acciaioli 7, 00186, Roma tel. 066868692,
fax 066865898, mail: cattolicidelno@gmail.com,
e in ogni computer o cellulare che fungerà da campana per avvertire del
pericolo.
Il Comitato
aderisce al Comitato per il No nel referendum e al Coordinamento per la Democrazia
Costituzionale.
Chi, pur senza firmare questo appello, vuole
partecipare alla battaglia per il NO, può
aderire al Comitato per il No nel referendum costituzionale a questo link: http://coordinamentodemocraziacostituzionale.net,
oppure http://www.iovotono.it, o
scrivere a: segreteria.comitatoperilno@gmail.com