giovedì 11 aprile 2024

 LE FIRME PER PACE TERRA DIGNITÀ

Si avvicina il 25 aprile, e non lontane sono ormai anche le elezioni europee. Che legame c’è tra queste due cose? Il legame consiste nel fatto che se non ci fosse stato il 25 aprile, non ci sarebbe nemmeno l’Europa unita e tanto meno il Parlamento europeo. Basta leggere le lettere dei condannati a morte della Resistenza europea. E non ci sarebbe nemmeno la pace che stiamo perdendo, o meglio che abbiamo perduto.
Ma chi mette insieme le cose? C’è un libro, di Salvatore Maira, che racconta come perfino le lotte contadine in Sicilia furono stroncate da chi cancellava il ricordo della Resistenza: è la storia di Ettore Messana che era stato questore fascista di Trieste ma prima aveva installato e diretto la Questura di Lubiana in Slovenia durante l’occupazione italiana, organizzando camere di tortura, espulsioni, internamenti e persecuzioni di ebrei e di altri cittadini sospetti : fu indicato come criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite ma poi riciclato e inviato come Ispettore generale di Polizia in Sicilia, dove ha trescato con la mafia favorendo nei processi i padroni espropriati dei feudi e rapportandosi con la banda Giuliano fino alla strage di Portella della Ginestra. E in questa storia c’è pure l’uccisione di Accursio Miraglia, un sindacalista di Sciacca, a cui è dedicato il romanzo di Salvatore Maira.
E mentre alle elezioni europee i partiti si preparano dilaniandosi tra loro, e perciò allontanando sempre più i cittadini dalla politica e dal voto, considerati ormai come ininfluenti sulla vita quotidiana delle persone, ci sono anche richiami più seri che avvertono come tutto invece può dipendere dalla politica e dall’Europa, perché è da loro che viene la pace o la guerra, come si vede in Ucraina e a Gaza.
Tra questi richiami c’è un libro di mons. Vincenzo Paglia, il presidente dell’Accademia per la vita, scritto in dialogo con Giuliano Amato e Giancarlo Bosetti, in cui si ricorda il sogno di Nicola Cusano, che ai tempi delle Crociate sostenne che da un incontro tra le religioni e le culture potesse scaturire la riconciliazione e la pace. E di mezzo non c’è solo l’incessante perorazione di papa Francesco, c’è anche un bel documento del Consiglio pastorale di Milano, e del suo Arcivescovo Delpini, esplicitamente dedicato alle prossime elezioni europee, per raccomandare alla responsabilità dei cristiani il “sogno d’Europa”, messo alla prova dalle istituzioni e dal Parlamento europeo che dalle elezioni derivano. Ed è un fatto notevole dopo che per tanto tempo la Chiesa è sembrata prendere le distanze dalla politica, a cominciare dalla politica italiana.
Ma chi può rovesciare l’attuale politica europea? Di questo infatti si dovrebbe trattare, dato che l’attuale scelta dell’Europa sembra tutta per la guerra e per le armi, e per un dirottamento di una parte significativa del Prodotto interno lordo (il famoso PIL) verso la spesa per l’industria delle armi. C’è una delle ultime risoluzioni del Parlamento europeo approvata a schiacciante maggioranza (451 a 97 tra contrari e astenuti) che praticamente dichiara guerra alla Russia e addirittura dettaglia quanto è necessario alla guerra: “sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i missili TAURUS, Storm Shadow/SCALP e altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli”; IL Parlamento europeo inoltre “sollecita i governi degli Stati membri ad avviare immediatamente un dialogo con le imprese del settore della difesa al fine di garantire che la produzione e la consegna, in particolare, di munizioni, proiettili e missili” e a “ esplorare le possibilità di joint venture e di stretta cooperazione con le industrie della difesa al fine di fornire le munizioni necessarie”.
Tra le iniziative di contrasto c’è anche la lista “Pace Terra Dignità” targata La Valle-Santoro, che afferma come “la salvezza può cominciare dall’Europa se riscopre se stessa e, a partire dalla riconciliazione tra la Russia, gli Stati Uniti e l’Occidente si rivolge al mondo per costruire la pace” ma anche per preservare la Terra e rivendicare la Dignità di tutte le creature. C’è però una legge di contrasto alle nuove formazioni politiche, che richiede entro il 25 aprile (data simbolica!) 75.000 firme autenticate (e 5000 in ogni regione) per poter partecipare alle elezioni; ciò che soprattutto in regioni molo piccole, come la Val d’Aosta e molto grandi come la Sicilia insieme alla Sardegna, è assai difficile da conseguire. Perciò mi permetto chiedere a tutti gli amici di darci una mano a raccogliere queste firme. L’invito è a farlo in molte piazze e città dove sabato pomeriggio e domenica saranno allestiti appositi banchetti. Per il resto, la mail a cui ci si può rivolgere è organizzazione@paceterradignita.it; se si usa il telefonino, potrebbe essere necessario ruotare lo schermo. In alternativa occorre impostare “Sito desktop” dal menu del browser (i tre puntini verticali in alto a destra).
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martedì 2 aprile 2024

Un'era prebellica?

ALL'ARMI SIAM POLACCHI


Molte cose inquietanti sono successe nel Venerdì Santo di quest’anno 2024. La lettura dei giornali quel giorno ha dispensato a piene mani, in modo irresponsabile e minatorio insieme, previsioni di morti e di disperazioni di massa.

Innanzitutto sui giornali di tutta Europa, dal Die Welt tedesco al Figaro parigino, da Le Soir belga al Pais spagnolo, dal Tag di Zurigo alla Repubblica  italiana, come sulla Tribune de Genève e la Gazeta Wyborcza di Varsavia, ha risuonato una chiamata alle armi del Primo Ministro polacco Donald Tusk.  Secondo il premier polacco la guerra non è più, per l’Europa, una cosa del passato, essa è già reale, dura da più di due anni, e ogni scenario è possibile; e benché ciò sia “devastante”, soprattutto per i più giovani, dobbiamo abituarci (e abituare anche loro) a una nuova era che è cominciata, “una nuova era prebellica”, ogni giorno più evidente. Però a questa guerra ancora non siamo pronti, ha detto, sicché i prossimi due anni saranno decisivi per riarmarci, e per investire nella “difesa” almeno il 2 per cento del PIL, se non addirittura, come fa la Polonia, il 4 per cento.

Non è chiaro perché dovremmo fare questa guerra; ciò che si dà per scontato, sulla Repubblica,  è che ci sono “minacce sempre più fosche che vengono da Mosca”; per il premier polacco è decisivo il fatto che nel destino dell’Ucraina, di cui non si può nemmeno ipotizzare che perda la guerra, è compreso il destino non della sola Polonia e dell’Unione Europea, ma dell’intero Occidente.   In ogni caso ciò che è più importante per la sicurezza europea, secondo lui,  è il cosiddetto “Triangolo di Weimar”, cioè il blocco di Polonia, Francia e Germania; a essere chiamata in causa è però anche l’Italia di Giorgia Meloni: il leader polacco non ha dubbi sull’Italia, ed è stato colpito dalla “passione” con cui la Meloni “ha difeso le scelte filoucraine nel Parlamento italiano”.

Si può osservare peraltro che paradossalmente è proprio il destino dell’Ucraina che è sacrificato, perché mentre si vuole che combatta fino alla fine, le si toglie poi il pane per vivere: il premier polacco dice infatti di dover difendere i propri contadini e camionisti, che sul confine sono in lotta con i contadini ucraini per non farne entrare i prodotti, e chiede al Consiglio d’Europa e ottiene da Francia Italia ed Austria di negare all’Ucraina i benefici del libero scambio: che le armi passino, ma le dogane restino.

Ma perché questa ineluttabilità della guerra? Secondo la Repubblica ci sono prove incontestabili dell’escalation che ci starebbe portando al confronto finale. La prima di queste prove sarebbe stato il missile che è caduto in territorio polacco il 15 novembre 2022, uccidendo due persone. Si credette che fosse russo, ma poi risultò, spiega la Repubblica, che era della contraerea ucraina. E allora dov’è l’escalation? Il secondo sarebbe stato il ritrovamento da parte della Romania, il 6 settembre 2023, dei rottami di un sospetto drone russo, rottami che secondo il governo avrebbero “seriamente violato” la sovranità di un Paese Nato. Il terzo casus belli sarebbe stato il fatto che un razzo russo il 24 marzo 2024 avrebbe violato ”brevemente” lo spazio aereo della Polonia: “eravamo pronti a intercettarlo”, si è gloriato il ministro della difesa polacco. E questi sarebbero precedenti da terza guerra mondiale?

Un altro precedente è stato offerto peraltro lo stesso giorno da due caccia italiani che hanno intercettato, per conto della Polonia e della Nato,  due Iliuscin russi che volavano sulle acque internazionali del mar Baltico: ma non avevano “intenzioni ostili”, come hanno riconosciuto le autorità occidentali, sicché a essere ostili si sono dimostrati piuttosto gli aviogetti italiani.

Per combattere questa guerra, spiega nello stesso tempo il Corriere della Sera rifacendosi a fonti Nato, ci vorranno 300.000 uomini dispiegati sul fianco est dell’Europa; 100.000 sarebbero già in Polonia, gli altri 200.000 dovrebbero essere schierati entro giugno, compresi gli italiani (così si potrebbero inaugurare le Forze Armate europee insieme al nuovo Parlamento di Strasburgo).

Queste sono le notizie che ci sono state fornite  il giorno di venerdì santo, quasi a inglobare in un’unica morte quella di Gesù e quella promessa a popoli interi. A meno che non ci sia nulla di reale in questi vaniloqui, e sia tutta e solo propaganda. Secondo un leggiadro frasario fornito dai giornali quello stesso giorno, potrebbe infatti anche trattarsi non di drammatiche prospettive, ma di “pura propaganda, anzi sterco”, roba quindi da non prendersi sul serio. Come ha riferito “Il Fatto”, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, parlando dei russi, ha spiegato: “Mio nonno diceva che i migliori venditori di letame ne hanno sempre un campione in bocca. I funzionari russi sono dei bravi venditori”. Gli ha risposto la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zacharova,  che averlo in bocca non è abitudine dei russi, ma degli americani: “Ora è chiaro, ha detto,  perché negli Stati Uniti è comune l’espressione: lavarsi la bocca col sapone”.

A completare la giornata di quel venerdì di Pasqua è venuto infine ciò che Putin ha detto parlando a braccio in un incontro coi piloti dell'aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver, e poiché, come dicevano i latini “audiatur et altera pars”, è bene sapere che cosa ha detto davvero, secondo una trascrizione letterale delle sue parole:

“Nel 2022 per la difesa gli Stati Uniti hanno speso 811 miliardi di dollari, e la Federazione russa 72 miliardi; 72 e 811: la differenza è evidente, più di 10 volte” ha detto il presidente russo. “Il 39 per cento della spesa globale  per la difesa è degli Stati Uniti, e la Russia il 3,5 per cento. E tenendo presente questo rapporto noi combatteremmo contro la Nato? È semplicemente una sciocchezza.  Inoltre cosa stiamo facendo adesso con la nostra operazione militare speciale? Proteggiamo la nostra gente che vive nei nostri territori storici. Se dopo il crollo dell’Unione Sovietica, come proposto dalla Russia, si fossero costruite relazioni di sicurezza completamente nuove in Europa, non sarebbe successo niente di simile a oggi: terremmo semplicemente conto dei nostri interessi nel campo della sicurezza, di cui parliamo anno dopo anno, da decennio a decennio: ma solo completa ignoranza. Sono arrivati direttamente ai nostri confini. Ci stavamo forse muovendo verso i confini di quei Paesi che fanno parte del blocco Nato? Non abbiamo toccato nessuno. Si stavano muovendo verso di noi. Abbiamo attraversato l’oceano fino ai confini degli Stati Uniti? No, si stanno avvicinando a noi, e si sono avvicinati. Che cosa stiamo facendo? Proteggiamo solo la nostra gente nei nostri territori storici. Pertanto ciò che dicono sul fatto che attaccheremo l’Europa dopo l’Ucraina è una totale assurdità.  Intimidiscono la loro popolazione al solo scopo di estorcere denaro a loro, alla loro gente, Oltre tutto tenendo presente che la loro economia si sta contraendo e il tenore di vita sta diminuendo: è elementare, tutti lo riconoscono, questa non è propaganda, questo è ciò che sta accadendo nella realtà. Hanno bisogno di giustificarsi, quindi spaventano la loro popolazione con una possibile minaccia russa e loro stessi diffondono i loro dettami al mondo intero. La Nato è l’organizzazione del blocco nord-atlantico: Atlantico del Nord, dove sta andando  adesso? Si sta diffondendo nella regione dell’Asia Pacifico, nel Medio Oriente, in altre regioni del mondo e stanno già entrando in America Latina. E tutto con vari pretesti, sotto diverse salse. È sempre la stessa cosa, lì stanno promuovendo la Nato e trascinando con sé i loro satelliti europei. Quelli credono che tutto ciò corrisponda in qualche modo ai loro interessi nazionali. Hanno paura di una Russia grande e forte, anche se lo fanno invano. Noi non abbiamo intenzioni aggressive nei confronti di questi Stati. Non avremmo mai fatto nulla in Ucraina se non ci fosse stato un colpo di Stato, e poi le operazioni militari nel Donbass. Hanno iniziato la guerra nel 2014, hanno usato semplicemente l’aviazione, tutti hanno visto questi bombardamenti quando hanno colpito Donetsk, bombardando una città pacifica con missili dal cielo.  Ciononostante abbiamo comunque accettato gli accordi di Minsk. Poi si scopre che ci hanno imbrogliati ritardando di otto anni e alla fine ci hanno semplicemente costretto a passare a un’altra forma di protezione dei nostri interessi e della nostra gente.  Tutto lì. Pertanto è una totale assurdità la possibilità di un attacco ad altri Paesi, alla Polonia, agli Stati baltici, e stanno spaventando pure i cechi. Sciocchezze. Un altro modo per ingannare la propria popolazione ed estorcere spese aggiuntive alle persone. Null’altro. Domanda: i Paesi della Nato stanno pianificando di fornire i loro caccia all’Ucraina: i media stanno discutendo del fatto che gli aerei F 16 saranno utilizzati nella zona dell’operazione militare speciale contro truppe e strutture russe, anche dal territorio dei Paesi della Nato. Ci sarà permesso di colpire questi obiettivi negli aeroporti della Nato? In primo luogo se consegnano gli F 16, e pare che stiano addestrando i piloti, questo non cambierà la situazione sul campo di battaglia, e distruggeremo i loro aerei come ora distruggiamo i loro carri armati, i veicoli corazzati e altre attrezzature compresi i sistemi di razzi a lancio multiplo.  Naturalmente se vengono utilizzati da aeroporti di Paesi terzi, diventano per noi un obiettivo legittimo, non importa dove si trovino; e gli F 16 sono anche portatori di armi nucleari, e dovremo tenerne conto anche quando organizzeremo il lavoro di combattimento”.

Dunque Putin, dal quale dovrebbe venire la guerra in Europa, è il primo a non crederci. Ci crede di più la Polonia: e forse tocca a noi ora salvare la Polonia, non indurla in tentazione, impedire che faccia la fine dell’Ucraina.


Continua...