martedì 2 aprile 2024

Un'era prebellica?

ALL'ARMI SIAM POLACCHI


Molte cose inquietanti sono successe nel Venerdì Santo di quest’anno 2024. La lettura dei giornali quel giorno ha dispensato a piene mani, in modo irresponsabile e minatorio insieme, previsioni di morti e di disperazioni di massa.

Innanzitutto sui giornali di tutta Europa, dal Die Welt tedesco al Figaro parigino, da Le Soir belga al Pais spagnolo, dal Tag di Zurigo alla Repubblica  italiana, come sulla Tribune de Genève e la Gazeta Wyborcza di Varsavia, ha risuonato una chiamata alle armi del Primo Ministro polacco Donald Tusk.  Secondo il premier polacco la guerra non è più, per l’Europa, una cosa del passato, essa è già reale, dura da più di due anni, e ogni scenario è possibile; e benché ciò sia “devastante”, soprattutto per i più giovani, dobbiamo abituarci (e abituare anche loro) a una nuova era che è cominciata, “una nuova era prebellica”, ogni giorno più evidente. Però a questa guerra ancora non siamo pronti, ha detto, sicché i prossimi due anni saranno decisivi per riarmarci, e per investire nella “difesa” almeno il 2 per cento del PIL, se non addirittura, come fa la Polonia, il 4 per cento.

Non è chiaro perché dovremmo fare questa guerra; ciò che si dà per scontato, sulla Repubblica,  è che ci sono “minacce sempre più fosche che vengono da Mosca”; per il premier polacco è decisivo il fatto che nel destino dell’Ucraina, di cui non si può nemmeno ipotizzare che perda la guerra, è compreso il destino non della sola Polonia e dell’Unione Europea, ma dell’intero Occidente.   In ogni caso ciò che è più importante per la sicurezza europea, secondo lui,  è il cosiddetto “Triangolo di Weimar”, cioè il blocco di Polonia, Francia e Germania; a essere chiamata in causa è però anche l’Italia di Giorgia Meloni: il leader polacco non ha dubbi sull’Italia, ed è stato colpito dalla “passione” con cui la Meloni “ha difeso le scelte filoucraine nel Parlamento italiano”.

Si può osservare peraltro che paradossalmente è proprio il destino dell’Ucraina che è sacrificato, perché mentre si vuole che combatta fino alla fine, le si toglie poi il pane per vivere: il premier polacco dice infatti di dover difendere i propri contadini e camionisti, che sul confine sono in lotta con i contadini ucraini per non farne entrare i prodotti, e chiede al Consiglio d’Europa e ottiene da Francia Italia ed Austria di negare all’Ucraina i benefici del libero scambio: che le armi passino, ma le dogane restino.

Ma perché questa ineluttabilità della guerra? Secondo la Repubblica ci sono prove incontestabili dell’escalation che ci starebbe portando al confronto finale. La prima di queste prove sarebbe stato il missile che è caduto in territorio polacco il 15 novembre 2022, uccidendo due persone. Si credette che fosse russo, ma poi risultò, spiega la Repubblica, che era della contraerea ucraina. E allora dov’è l’escalation? Il secondo sarebbe stato il ritrovamento da parte della Romania, il 6 settembre 2023, dei rottami di un sospetto drone russo, rottami che secondo il governo avrebbero “seriamente violato” la sovranità di un Paese Nato. Il terzo casus belli sarebbe stato il fatto che un razzo russo il 24 marzo 2024 avrebbe violato ”brevemente” lo spazio aereo della Polonia: “eravamo pronti a intercettarlo”, si è gloriato il ministro della difesa polacco. E questi sarebbero precedenti da terza guerra mondiale?

Un altro precedente è stato offerto peraltro lo stesso giorno da due caccia italiani che hanno intercettato, per conto della Polonia e della Nato,  due Iliuscin russi che volavano sulle acque internazionali del mar Baltico: ma non avevano “intenzioni ostili”, come hanno riconosciuto le autorità occidentali, sicché a essere ostili si sono dimostrati piuttosto gli aviogetti italiani.

Per combattere questa guerra, spiega nello stesso tempo il Corriere della Sera rifacendosi a fonti Nato, ci vorranno 300.000 uomini dispiegati sul fianco est dell’Europa; 100.000 sarebbero già in Polonia, gli altri 200.000 dovrebbero essere schierati entro giugno, compresi gli italiani (così si potrebbero inaugurare le Forze Armate europee insieme al nuovo Parlamento di Strasburgo).

Queste sono le notizie che ci sono state fornite  il giorno di venerdì santo, quasi a inglobare in un’unica morte quella di Gesù e quella promessa a popoli interi. A meno che non ci sia nulla di reale in questi vaniloqui, e sia tutta e solo propaganda. Secondo un leggiadro frasario fornito dai giornali quello stesso giorno, potrebbe infatti anche trattarsi non di drammatiche prospettive, ma di “pura propaganda, anzi sterco”, roba quindi da non prendersi sul serio. Come ha riferito “Il Fatto”, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, parlando dei russi, ha spiegato: “Mio nonno diceva che i migliori venditori di letame ne hanno sempre un campione in bocca. I funzionari russi sono dei bravi venditori”. Gli ha risposto la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zacharova,  che averlo in bocca non è abitudine dei russi, ma degli americani: “Ora è chiaro, ha detto,  perché negli Stati Uniti è comune l’espressione: lavarsi la bocca col sapone”.

A completare la giornata di quel venerdì di Pasqua è venuto infine ciò che Putin ha detto parlando a braccio in un incontro coi piloti dell'aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver, e poiché, come dicevano i latini “audiatur et altera pars”, è bene sapere che cosa ha detto davvero, secondo una trascrizione letterale delle sue parole:

“Nel 2022 per la difesa gli Stati Uniti hanno speso 811 miliardi di dollari, e la Federazione russa 72 miliardi; 72 e 811: la differenza è evidente, più di 10 volte” ha detto il presidente russo. “Il 39 per cento della spesa globale  per la difesa è degli Stati Uniti, e la Russia il 3,5 per cento. E tenendo presente questo rapporto noi combatteremmo contro la Nato? È semplicemente una sciocchezza.  Inoltre cosa stiamo facendo adesso con la nostra operazione militare speciale? Proteggiamo la nostra gente che vive nei nostri territori storici. Se dopo il crollo dell’Unione Sovietica, come proposto dalla Russia, si fossero costruite relazioni di sicurezza completamente nuove in Europa, non sarebbe successo niente di simile a oggi: terremmo semplicemente conto dei nostri interessi nel campo della sicurezza, di cui parliamo anno dopo anno, da decennio a decennio: ma solo completa ignoranza. Sono arrivati direttamente ai nostri confini. Ci stavamo forse muovendo verso i confini di quei Paesi che fanno parte del blocco Nato? Non abbiamo toccato nessuno. Si stavano muovendo verso di noi. Abbiamo attraversato l’oceano fino ai confini degli Stati Uniti? No, si stanno avvicinando a noi, e si sono avvicinati. Che cosa stiamo facendo? Proteggiamo solo la nostra gente nei nostri territori storici. Pertanto ciò che dicono sul fatto che attaccheremo l’Europa dopo l’Ucraina è una totale assurdità.  Intimidiscono la loro popolazione al solo scopo di estorcere denaro a loro, alla loro gente, Oltre tutto tenendo presente che la loro economia si sta contraendo e il tenore di vita sta diminuendo: è elementare, tutti lo riconoscono, questa non è propaganda, questo è ciò che sta accadendo nella realtà. Hanno bisogno di giustificarsi, quindi spaventano la loro popolazione con una possibile minaccia russa e loro stessi diffondono i loro dettami al mondo intero. La Nato è l’organizzazione del blocco nord-atlantico: Atlantico del Nord, dove sta andando  adesso? Si sta diffondendo nella regione dell’Asia Pacifico, nel Medio Oriente, in altre regioni del mondo e stanno già entrando in America Latina. E tutto con vari pretesti, sotto diverse salse. È sempre la stessa cosa, lì stanno promuovendo la Nato e trascinando con sé i loro satelliti europei. Quelli credono che tutto ciò corrisponda in qualche modo ai loro interessi nazionali. Hanno paura di una Russia grande e forte, anche se lo fanno invano. Noi non abbiamo intenzioni aggressive nei confronti di questi Stati. Non avremmo mai fatto nulla in Ucraina se non ci fosse stato un colpo di Stato, e poi le operazioni militari nel Donbass. Hanno iniziato la guerra nel 2014, hanno usato semplicemente l’aviazione, tutti hanno visto questi bombardamenti quando hanno colpito Donetsk, bombardando una città pacifica con missili dal cielo.  Ciononostante abbiamo comunque accettato gli accordi di Minsk. Poi si scopre che ci hanno imbrogliati ritardando di otto anni e alla fine ci hanno semplicemente costretto a passare a un’altra forma di protezione dei nostri interessi e della nostra gente.  Tutto lì. Pertanto è una totale assurdità la possibilità di un attacco ad altri Paesi, alla Polonia, agli Stati baltici, e stanno spaventando pure i cechi. Sciocchezze. Un altro modo per ingannare la propria popolazione ed estorcere spese aggiuntive alle persone. Null’altro. Domanda: i Paesi della Nato stanno pianificando di fornire i loro caccia all’Ucraina: i media stanno discutendo del fatto che gli aerei F 16 saranno utilizzati nella zona dell’operazione militare speciale contro truppe e strutture russe, anche dal territorio dei Paesi della Nato. Ci sarà permesso di colpire questi obiettivi negli aeroporti della Nato? In primo luogo se consegnano gli F 16, e pare che stiano addestrando i piloti, questo non cambierà la situazione sul campo di battaglia, e distruggeremo i loro aerei come ora distruggiamo i loro carri armati, i veicoli corazzati e altre attrezzature compresi i sistemi di razzi a lancio multiplo.  Naturalmente se vengono utilizzati da aeroporti di Paesi terzi, diventano per noi un obiettivo legittimo, non importa dove si trovino; e gli F 16 sono anche portatori di armi nucleari, e dovremo tenerne conto anche quando organizzeremo il lavoro di combattimento”.

Dunque Putin, dal quale dovrebbe venire la guerra in Europa, è il primo a non crederci. Ci crede di più la Polonia: e forse tocca a noi ora salvare la Polonia, non indurla in tentazione, impedire che faccia la fine dell’Ucraina.


Nessun commento:

Posta un commento