Un'era prebellica?
ALL'ARMI SIAM POLACCHI
Molte
cose inquietanti sono successe nel Venerdì Santo di quest’anno 2024. La lettura
dei giornali quel giorno ha dispensato a piene mani, in modo irresponsabile e minatorio
insieme, previsioni di morti e di disperazioni di massa.
Innanzitutto
sui giornali di tutta Europa, dal Die Welt tedesco al Figaro parigino,
da Le Soir belga al Pais spagnolo, dal Tag di Zurigo alla
Repubblica italiana, come sulla Tribune
de Genève e la Gazeta Wyborcza di Varsavia, ha risuonato una
chiamata alle armi del Primo Ministro polacco Donald Tusk. Secondo il premier polacco la guerra non è
più, per l’Europa, una cosa del passato, essa è già reale, dura da più di due
anni, e ogni scenario è possibile; e benché ciò sia “devastante”, soprattutto
per i più giovani, dobbiamo abituarci (e abituare anche loro) a una nuova era
che è cominciata, “una nuova era prebellica”, ogni giorno più evidente. Però a
questa guerra ancora non siamo pronti, ha detto, sicché i prossimi due anni
saranno decisivi per riarmarci, e per investire nella “difesa” almeno il 2 per
cento del PIL, se non addirittura, come fa la Polonia, il 4 per cento.
Non è
chiaro perché dovremmo fare questa guerra; ciò che si dà per scontato, sulla Repubblica,
è che ci sono “minacce sempre più fosche
che vengono da Mosca”; per il premier polacco è decisivo il fatto che nel
destino dell’Ucraina, di cui non si può nemmeno ipotizzare che perda la guerra,
è compreso il destino non della sola Polonia e dell’Unione Europea, ma
dell’intero Occidente. In ogni caso ciò che è più importante per la
sicurezza europea, secondo lui, è il
cosiddetto “Triangolo di Weimar”, cioè il blocco di Polonia, Francia e Germania;
a essere chiamata in causa è però anche l’Italia di Giorgia Meloni: il leader
polacco non ha dubbi sull’Italia, ed è stato colpito dalla “passione” con cui la
Meloni “ha difeso le scelte filoucraine nel Parlamento italiano”.
Si può
osservare peraltro che paradossalmente è proprio il destino dell’Ucraina che è
sacrificato, perché mentre si vuole che combatta fino alla fine, le si toglie poi
il pane per vivere: il premier polacco dice infatti di dover difendere i propri
contadini e camionisti, che sul confine sono in lotta con i contadini ucraini
per non farne entrare i prodotti, e chiede al Consiglio d’Europa e ottiene da
Francia Italia ed Austria di negare all’Ucraina i benefici del libero scambio:
che le armi passino, ma le dogane restino.
Ma
perché questa ineluttabilità della guerra? Secondo la Repubblica ci sono
prove incontestabili dell’escalation che ci starebbe portando al confronto
finale. La prima di queste prove sarebbe stato il missile che è caduto in
territorio polacco il 15 novembre 2022, uccidendo due persone. Si credette che
fosse russo, ma poi risultò, spiega la Repubblica, che era della
contraerea ucraina. E allora dov’è l’escalation? Il secondo sarebbe stato il
ritrovamento da parte della Romania, il 6 settembre 2023, dei rottami di un
sospetto drone russo, rottami che secondo il governo avrebbero “seriamente violato”
la sovranità di un Paese Nato. Il terzo casus belli sarebbe stato il fatto che
un razzo russo il 24 marzo 2024 avrebbe violato ”brevemente” lo spazio aereo della
Polonia: “eravamo pronti a intercettarlo”, si è gloriato il ministro della
difesa polacco. E questi sarebbero precedenti da terza guerra mondiale?
Un
altro precedente è stato offerto peraltro lo stesso giorno da due caccia
italiani che hanno intercettato, per conto della Polonia e della Nato, due Iliuscin russi che volavano sulle acque
internazionali del mar Baltico: ma non avevano “intenzioni ostili”, come hanno
riconosciuto le autorità occidentali, sicché a essere ostili si sono dimostrati
piuttosto gli aviogetti italiani.
Per
combattere questa guerra, spiega nello stesso tempo il Corriere della Sera
rifacendosi a fonti Nato, ci vorranno 300.000 uomini dispiegati sul fianco est
dell’Europa; 100.000 sarebbero già in Polonia, gli altri 200.000 dovrebbero
essere schierati entro giugno, compresi gli italiani (così si potrebbero
inaugurare le Forze Armate europee insieme al nuovo Parlamento di Strasburgo).
Queste
sono le notizie che ci sono state fornite
il giorno di venerdì santo, quasi a inglobare in un’unica morte quella
di Gesù e quella promessa a popoli interi. A meno che non ci sia nulla di reale
in questi vaniloqui, e sia tutta e solo propaganda. Secondo un leggiadro
frasario fornito dai giornali quello stesso giorno, potrebbe infatti anche
trattarsi non di drammatiche prospettive, ma di “pura propaganda, anzi sterco”,
roba quindi da non prendersi sul serio. Come ha riferito “Il Fatto”, il portavoce
del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, parlando dei
russi, ha spiegato: “Mio nonno diceva che i migliori venditori di letame ne
hanno sempre un campione in bocca. I funzionari russi sono dei bravi
venditori”. Gli ha risposto la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria
Zacharova, che averlo in bocca non è
abitudine dei russi, ma degli americani: “Ora è chiaro, ha detto, perché negli Stati Uniti è comune
l’espressione: lavarsi la bocca col sapone”.
A
completare la giornata di quel venerdì di Pasqua è venuto infine ciò che Putin
ha detto parlando a braccio in un incontro coi
piloti dell'aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver,
e poiché, come dicevano i latini “audiatur et altera pars”, è bene sapere che
cosa ha detto davvero, secondo una trascrizione letterale delle sue parole:
“Nel 2022 per la difesa gli Stati Uniti hanno speso 811
miliardi di dollari, e la Federazione russa 72 miliardi; 72 e 811: la
differenza è evidente, più di 10 volte” ha detto il presidente russo. “Il 39
per cento della spesa globale per la
difesa è degli Stati Uniti, e la Russia il 3,5 per cento. E tenendo presente
questo rapporto noi combatteremmo contro la Nato? È semplicemente una
sciocchezza. Inoltre cosa stiamo facendo
adesso con la nostra operazione militare speciale? Proteggiamo la nostra gente
che vive nei nostri territori storici. Se dopo il crollo dell’Unione Sovietica,
come proposto dalla Russia, si fossero costruite relazioni di sicurezza
completamente nuove in Europa, non sarebbe successo niente di simile a oggi: terremmo
semplicemente conto dei nostri interessi nel campo della sicurezza, di cui
parliamo anno dopo anno, da decennio a decennio: ma solo completa ignoranza.
Sono arrivati direttamente ai nostri confini. Ci stavamo forse muovendo verso i
confini di quei Paesi che fanno parte del blocco Nato? Non abbiamo toccato
nessuno. Si stavano muovendo verso di noi. Abbiamo attraversato l’oceano fino ai
confini degli Stati Uniti? No, si stanno avvicinando a noi, e si sono
avvicinati. Che cosa stiamo facendo? Proteggiamo solo la nostra gente nei
nostri territori storici. Pertanto ciò che dicono sul fatto che attaccheremo l’Europa
dopo l’Ucraina è una
totale assurdità. Intimidiscono la loro
popolazione al solo scopo di estorcere denaro a loro, alla loro gente, Oltre
tutto tenendo presente che la loro economia si sta contraendo e il tenore di vita sta diminuendo: è
elementare, tutti lo riconoscono, questa non è propaganda, questo è ciò che sta
accadendo nella realtà. Hanno bisogno di giustificarsi, quindi spaventano la
loro popolazione con una possibile minaccia russa e loro stessi diffondono i
loro dettami al mondo intero. La Nato è l’organizzazione del blocco
nord-atlantico: Atlantico del Nord, dove sta andando adesso? Si sta diffondendo nella regione dell’Asia
Pacifico, nel Medio Oriente, in altre regioni del mondo e stanno già entrando
in America Latina. E tutto con vari pretesti, sotto diverse salse. È sempre la
stessa cosa, lì stanno promuovendo la Nato e trascinando con sé i loro
satelliti europei. Quelli credono che tutto ciò corrisponda in qualche modo ai
loro interessi nazionali. Hanno paura di una Russia grande e forte, anche se lo
fanno invano. Noi non abbiamo intenzioni aggressive nei confronti di questi
Stati. Non avremmo mai fatto nulla in Ucraina se non ci fosse stato un colpo di
Stato, e poi le operazioni militari nel Donbass. Hanno iniziato la guerra nel
2014, hanno usato semplicemente l’aviazione, tutti hanno visto questi bombardamenti
quando hanno colpito Donetsk, bombardando una città pacifica con missili dal
cielo. Ciononostante abbiamo comunque
accettato gli accordi di Minsk. Poi si scopre che ci hanno imbrogliati ritardando
di otto anni e alla fine ci hanno semplicemente costretto a passare a un’altra
forma di protezione dei nostri interessi e della nostra gente. Tutto lì. Pertanto è una totale assurdità la
possibilità di un attacco ad altri Paesi, alla Polonia, agli Stati baltici, e stanno
spaventando pure i cechi. Sciocchezze. Un altro modo per ingannare la
propria popolazione ed estorcere spese aggiuntive alle persone. Null’altro. Domanda:
i Paesi della Nato stanno pianificando di fornire i loro caccia all’Ucraina: i
media stanno discutendo del fatto che gli aerei F 16 saranno utilizzati nella
zona dell’operazione militare speciale contro truppe e strutture russe, anche
dal territorio dei Paesi della Nato. Ci sarà permesso di colpire questi
obiettivi negli aeroporti della Nato? In primo luogo se consegnano gli F 16, e
pare che stiano addestrando i piloti, questo non cambierà la situazione sul
campo di battaglia, e distruggeremo i loro aerei come ora distruggiamo i loro
carri armati, i veicoli corazzati e altre attrezzature compresi i sistemi di
razzi a lancio multiplo. Naturalmente se
vengono utilizzati da aeroporti di Paesi terzi, diventano per noi un obiettivo
legittimo, non importa dove si trovino; e gli F 16 sono anche portatori di armi
nucleari, e dovremo tenerne conto anche
quando organizzeremo il lavoro di combattimento”.
Dunque Putin, dal quale dovrebbe venire la guerra in
Europa, è il primo a non crederci. Ci crede di più la Polonia: e forse tocca a
noi ora salvare la Polonia, non indurla in tentazione, impedire che faccia la
fine dell’Ucraina.
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