venerdì 30 agosto 2013

CONCILIO: UNA RIVOLUZIONE DA RIPRENDERE

di Raniero La Valle

“Aggiornamento” della Chiesa e riforma del papato

Assisi, 23 agosto 2013

Cari Amici,
dunque c’è una rivoluzione interrotta da riprendere. Non un sogno, perché un sogno interrotto è un incubo: si tratta di una rivoluzione. E se questo è il tema che dobbiamo sviluppare, vuol dire che questo deve essere un discorso programmatico. Come svegliare oggi questa rivoluzione? E dico oggi, “nun” come dice il greco di San Paolo,  perché di tempo ne abbiamo poco,  “nun”, ora, il tempo si è fatto breve[1].
Però qualcuno di voi potrebbe dire: che bisogno c’è oggi di darsi da fare per riprendere la rivoluzione del Concilio, dopo che per cinquant’anni non siamo riusciti a farla, e anzi il Concilio è stato imbalsamato e sepolto nei sarcofagi, magari anche sfarzosi, della Chiesa? Che bisogno c’è di correre oggi dietro alla rivoluzione del Concilio, quando ormai è esplosa un’altra rivoluzione, quella di papa Francesco, che addirittura mette sotto inchiesta lo IOR, apre ai divorziati risposati, si rifiuta di giudicare i gay, e dice che se la donna non potrà diventare prete perché ormai Giovanni Paolo II ha chiuso d’autorità la questione, tuttavia senza le donne le Chiese diventano sterili, e in ogni caso Maria era più importante degli apostoli e dei vescovi?
Se ragionassimo così, il Concilio ce lo potremmo anche scordare. Non guardate le cose antiche, ecco che io faccio una cosa nuova, sembra ancora una volta dire il Signore[2]. Del resto il Concilio già era sulla via dell’archiviazione. Esso sembrava ormai caduto dal cuore della Chiesa, ed era caduto non solo dal cuore della Chiesa che lo aveva avversato e combattuto fino a fare uno scisma per ottenerne la revoca, come avevano fatto i lefebvriani, ma anche era caduto dal cuore della Chiesa cosiddetta conciliare. Anche la Chiesa conciliare dava infatti il Concilio Vaticano II come esaurito, al punto da invocare un Concilio Vaticano III. Basta ricordare la lucida disperazione del cardinale Martini.
Il papa poi che c’era prima di Bergoglio era così poco convinto del Concilio, che per celebrarlo 50 anni dopo dal suo inizio non trovò di meglio che unire i due anniversari, i 50 anni dal Concilio e i vent’anni dalla pubblicazione del catechismo della Chiesa cattolica, ciò che voleva dire mettere la catechesi del Concilio nella scansia dei catechismi papali e rovesciare l’autorità delle fonti facendo del catechismo il vaglio del Concilio, invece di fare del Concilio lo scrigno da cui far scaturire il catechismo, come peraltro è avvenuto almeno per il catechismo della Chiesa italiana.
Continua...