martedì 25 ottobre 2016

Il vero quesito: Approvate che lo Stato sia tutto, le Regioni niente e che uno solo decida la guerra?

Quarto discorso di Raniero La Valle su “La verità del referendum” tenuto alle Comunità parrocchiali di Bitonto nell’Auditorium dei Santi Medici Cosma e Damiano il 19 ottobre e al Circolo Arci Rinascita di Sesto Fiorentino il 22 ottobre 2016.

Per parlare di una nuova Costituzione, che investe il presente e il futuro, è bene partire dai fatti del giorno.
Il primo di questi fatti è che il 18 ottobre l’UNESCO ha approvato una risoluzione che invita Israele a rispettare i diritti dei palestinesi a Gerusalemme, ma che ha il torto di chiamare la Spianata delle Moschee col suo nome arabo, ignorando la sua definizione ebraica come Monte del Tempio. Ciò ha provocato polemiche che dovevano avere degli sviluppi nei giorni successivi. Il più vistoso è stato che Renzi ha sconfessato il suo ministro degli esteri e ha definito “allucinante” il voto che l’Italia ha dato astenendosi su quella mozione. Di per sé una questione di denominazione non dovrebbe essere un casus belli, ma il fatto politico è il rovesciamento della politica italiana di neutralità attiva tra Israele e palestinesi, che risale a Moro e ad Andreotti. Ora Renzi nel conflitto fa una scelta a favore di Israele, cioè fa una scelta di campo, e la fa come se fosse scontata, come se l’Occidente a cui apparteniamo non fosse che un grande Israele.  E questo è un cambiamento della figura stessa dell’Italia, però non discusso e non deciso da nessuno; decide il primo ministro, e il suo stesso ministero degli esteri è preso in contropiede.
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venerdì 14 ottobre 2016

IL VERO QUESITO: APPROVATE DI SPEGNERE LA POLITICA E NON OPPORVI AL POTERE?



Raniero La Valle - Terzo discorso sulla verità del referendum

Discorso tenuto il 7 ottobre 2016 nella Sala consiliare della Provincia a Matera.

Mentre in Italia, nel mondo, nel Mediterraneo, in Siria, a Calais c’è tanta disperazione, noi siamo costretti a devolvere due mesi della nostra vita privata, e se non della nostra vita privata, della nostra vita pubblica, al referendum per cambiare la Costituzione.
Questo referendum è stato caricato, da chi pretende l’approvazione della riforma, di significati epocali. Lasciamo stare i catastrofismi di chi dice che se non vince il Sì ci sarà una crisi come quella del ’29 con la gente che si suicida per la strada. È vero però che il 4 dicembre è stato enfatizzato come lo spartiacque da cui tutto dipende. Renzi ci aveva messo perfino la testa di presidente del Consiglio, anzi aveva messo in palio, come in “Lascia o raddoppia”, la sua stessa carriera politica; poi se ne è pentito e ora questo non lo dice più “nemmeno sotto tortura”. Però non pensa ad altro. Di fatto ha smesso di governare, perché notte e giorno non fa che  dedicarsi, in ogni TV e in centinaia di comizi, alla propaganda per il Sì. Questo vuol dire che la cosa è veramente importante anche per noi; forse davvero il 4 dicembre è uno spartiacque.

Uno spartiacque?

Ma spartiacque di che? Non può trattarsi solo del fatto che Renzi resti o se ne vada. Per quanto possa essere rilevante che ci sia un segretario fiorentino a palazzo Chigi, l’esserci o non esserci di Renzi non può rappresentare lo spartiacque di alcunché. I presidenti del Consiglio passano in fretta, e di molti poi non ci si ricorda più. Dunque lo spartiacque deve riguardare qualche altra cosa. Di che spartiacque si tratta?
A mio parere si tratta dello spartiacque che passa tra il 20 novembre e il 4 dicembre. È questo il tempo in cui non solo qualche governante, ma noi stessi ci giochiamo il futuro.
Il 20 novembre finisce l’anno della misericordia, e il 4 dicembre l’Italia decide sulla sua Costituzione. Che nesso c’è tra le due cose?
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martedì 4 ottobre 2016

Il vero quesito: approvate il superamento della democrazia parlamentare?


Secondo discorso sulla verità del referendum


Intervento di Raniero La Valle al meeting “Loppiano-Lab” del Movimento dei Focolari a Loppiano (Firenze) il 30 settembre 2016.



Cari Amici,

poiché parlo a una grande riunione di persone la cui motivazione più profonda è che “l’uomo non vive di solo pane”, sento prima di tutto il bisogno di dirvi la ragione per la quale a 85 anni corro l’Italia per sostenere il NO al referendum, quando i giovani di oggi sono disperati per tanti altri motivi.

La ragione principale è una ragione di verità. Nell’ appello con cui i “Cattolici del No” hanno spiegato ai cittadini perché si oppongono a questa riforma,  hanno detto di farlo per una questione di giustizia e una questione di verità. In effetti l’Italia ha oggi un grosso problema, di sapere la verità del referendum, non perché qualcuno dica la “sua” verità sul referendum, ma per capire che cosa il referendum dice di sé, che cosa rivela del dramma politico che oggi stiamo vivendo in questo Paese e nel mondo.

La verità è il criterio supremo su cui viene giudicato il potere: sulla verità il potere sta o cade. Lo dice Gesù a Pilato, che voleva sapere se egli fosse un re e Gesù risponde “sono re”, e subito lo nega perché, dice, sono venuto al mondo per “rendere testimonianza alla verità”. Infatti non è un re, nel senso di Pilato, ma un suddito crocefisso. È la più radicale delegittimazione del potere senza verità. Ebbene è proprio la verità che spesso manca al potere e per saperlo basta guardare alla storia dei re e dei potenti, che fanno le guerre per una bugia – come è avvenuto in Vietnam, in Iraq e ora in Siria  - e comprano il povero, o il voto del povero, al prezzo di un paio di sandali.

Dunque c’è una questione di verità col potere e c’è una questione di verità col referendum. Ognuno ne parla a suo modo e tutti lo fanno come se parlassero di oggetti diversi; per gli uni è la fine di Renzi, per altri ne è il principio; per gli uni abolisce il Senato, per altri abolisce i senatori; per gli uni favorisce le autonomie, per altri le nega; ed essendo un oggetto misterioso, non si sa nemmeno perché si vota il 4 dicembre con la neve e non si vota invece il 4 ottobre con la brezza autunnale.
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