da Avvenire 26.02.2015
Che cosa è venuto a fare papa Francesco? Qual è il senso del
suo pontificato? Nella gara tra vaticanisti e cultori di cose religiose ad
arrivare primi, con instant book e librini fondati su una velocità pari alla
caducità, Raniero La Valle giunge ben ultimo, ma con un testo tra i più pensati
e dal respiro ampio (Chi sono io, Francesco? Cronache di cose mai viste, Ponte
alle Grazie, 204 pagine, 15 euro, da oggi in libreria). E di cose il
giornalista di lungo corso La Valle, giunto alla soglia degli 84 anni, ne ha
viste parecchie. Ha raccontato il Concilio sull'Avvenire d'Italia, di
cui fu giovane direttore. È stato parlamentare per la Sinistra indipendente. Ha scritto
libri e diretto riviste. Ha combattuto la battaglia nonviolenta per la pace. Ha
girato il mondo. Continuando comunque a "raccontare il Concilio", la
sua stella polare o, se preferite, la sua magnifica ossessione. Il Concilio
interrotto, secondo lui mai davvero attuato perché mai davvero amato da chi
invece avrebbe dovuto amarlo.
Poi arriva il Papa argentino e sulla sua
"rivoluzione" grandinano parole, applausi, elogi, qualche fischio,
alcuni distinguo. Ma qual è davvero la sua
novità, oltre le scarpe nere e il suo ostinato voler risiedere a Santa Marta
disertando le sacre stanze del palazzo apostolico? Oltre ai suoi modi inusuali,
le sue metafore ardite che mandano in confusione traduttori ed esegeti? La Valle
procede in modo sistematico, da analista rigoroso che ha sì una tesi da
dimostrare, ma per dimostrarla non ha bisogno di trucchi e inganni. Magari
illumina aspetti della personalità e delle azioni di Francesco lasciandone
nella penombra altri. Ma la sua tesi è degna di nota e vale, da qui in poi, di
essere presa in considerazione. Il Papa che di sé dice: «Non sono venuto a
giudicare» è venuto a dirci «chi è Dio», a «riaprire la questione di Dio». Un
Dio troppo spesso travisato, manipolato, oscurato. Lo stesso cambio di passo
del Concilio riguarda Dio. Un Dio per il quale valga il verbo, intraducibile, primerear, ossia
"Dio viene prima", ci precede. E un Papa che viene - altro verbo
intraducibile - a misericordiare, ossia a "guardare con
amore", senza affannarsi a giudicare. Scrive La Valle: «Non basta la
riforma della Chiesa per rinnovare la faccia della terra, ci vuole un nuovo
annuncio di Dio». La soglia della prima missione affidata dal Conclave a
Bergoglio si sposta più avanti. La Chiesa va riformata sì, ma affinché possa
veramente mostrare Dio. A chi? A un «popolo di Dio» che La Valle allarga, oltre
i battezzati, oltre la Chiesa, fino all'umanità intera.
Ma è anche un Papa che, mostrando il volto di Dio, svela
quello dei poteri: «Il mondo è nudo», sembra dire il Papa-bambino capace di
chiamare con il suo nome la «società dell'esclusione», fino a indurre, alla
vigilia del Natale scorso, il Corriere della sera a muovere contro di
lui: non tanto per porsi in generosa sintonia con il «cattolico medio», ma per la condanna
radicale e reiterata da parte di Bergoglio dell'attuale sistema
economico-sociale. E c'è un precedente: lo stesso quotidiano «aveva scatenato
Indro Montanelli», poi pentito, contro Giovanni XXIII ai tempi del Concilio ...
Ci sono tutti i La Valle. Il credente tenacemente schierato a
sinistra, con le Comunità di base e con "Noi siamo Chiesa". Il pacifista
di tante battaglie. L’anticapitalista rimasto tale anche a marxismo tramontato.
C'è, ma senza le punte polemiche che pure sarebbe logico attendersi e senza
togliersi i sassi dalle scarpe (solo qualcuno, piccolo). Come se il tempo lo avesse "asciugato"
. Piaccia o non piaccia, il suo libro su Francesco merita la lettura.
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