venerdì 29 gennaio 2016

Intervista su papa Francesco

Radio Vaticana 19 gennaio 2016: rassegna stampa condotta da Fabio Colagrande che intervista Raniero La Valle

Fabio Colagrande (passim) - Siamo all’indomani della visita del papa alla Sinagoga di Roma.
Ma vorrei cominciare con una lettera che si trova a pag.2 del quotidiano Avvenire, in cui l’ex direttore dell’Unità Peppino Caldarola chiede al direttore di Avvenire Marco Tarquini se Francesco può essere anche “il mio papa”, cioè il papa di chi non è cattolico. E aggiunge:“che mi sta succedendo? Sono stato a lungo un comunista italiano, e ho sempre avvertito, soprattutto con Enrico Berlinguer, un’inclinazione rispettosa e curiosa verso la fede, i credenti e gli uomini di fede. Ho amato Giovanni XXIII, la figura di Paolo VI mi ha sempre colpito. Non parlo degli altri papi per non esagerare e per tenermi a quelli che mi hanno più interrogato la coscienza. Con Francesco avverto, invece, un passaggio in cui la domanda interiore scava più in profondità. Il Dio che Francesco racconta, la vicenda umana e divina di Gesù sono un messaggio di comprensione del mondo che non avevo mai letto in modo così esplicito, accogliente, generoso, in grado di diventare il pensiero forte (oltre che per chi ha fede) per questo nostro mondo pieno di cose brutte e di ingiustizie. Ho capito finalmente che cosa vuol dire “misericordia”, cioè quell’atteggiamento divino, ma anche degli umani, che spinge alla comprensione, alla solidarietà, alla non esclusione”.
Che cosa ne pensi? Può essere Francesco il papa anche di chi non è cattolico?

Raniero La Valle - Mi sembra molto rivelativo di quello che sta accadendo con questo pontificato,  perché una cosa va rilevata: Caldarola dice di non  essere credente, però racconta il suo passato in  cui ha sempre avuto un atteggiamento di grande stima, di grande attenzione, di grande disponibilità nei confronti dei papi precedenti; ricorda Togliatti, il dialogo con i cattolici, quindi non è uno che viene da una frontiera di anti clericalismo, da una posizione pregiudizialmente contraria alla religione, è una persona aperta, seria, serena. Però c'è qualcosa che è successo di nuovo, perché dice: “invece con Francesco” è una cosa diversa. Allora io credo che ci dovremmo interrogare su che cos'è questa cosa diversa, che cosa ha di diverso e di nuovo papa Francesco, così da colpire anche coloro che già erano su una certa linea di attenzione alle cose della Chiesa. E questo è molto importante che noi ce lo chiediamo, perché certamente questa è una cosa che riguarda Francesco ma non ancora la Chiesa. Non tutti quelli che oggi sentono questa vicinanza con Francesco sarebbero disposti a dire che sono ugualmente messi in causa dalla Chiesa e quindi ciò vuol dire che quello che Francesco propone alla Chiesa è qualche cosa di vitale perché riguarda la missione della Chiesa nel mondo. Che cos’è questo “invece”? Secondo me è il fatto che questo papa – cosa che sembrerebbe ovvia per un papa, per un pastore, per un vescovo, per un cristiano - ha riaperto di fronte al mondo la questione di Dio. Chi è Dio, che cosa abbiamo a che fare con lui, qual è l'atteggiamento di Dio verso di noi? Questa è la domanda ultima, la domanda radicale perché non c'è discussione sulle religioni, sulle Chiese, sul sacro, su tutto quello che appartiene all'universo religioso, che non abbia il suo fulcro, il suo punto di caduta, il suo punto di verità nella domanda: chi è Dio, che cosa abbiamo a che fare con lui? Calderola ha capito questo. Papa Francesco parla di Dio, parla di un Dio diverso, o meglio ne parla diversamente da come finora è stato annunciato, e si rivela questo Dio straordinario, questo Dio della misericordia, questo Dio che perdona sempre, questo Dio che non si vendica, questo Dio che non conduce nessuna schiera contro nessun altro, questo Dio non violento, questo Dio che ama tutti, questo Dio che arriva prima di qualsiasi cosa gli si possa chiedere. Papa Francesco ha perfino inventato un neologismo “primerear”, cioè questo Dio che arriva prima, quando tu lo cerchi lui è già lì che ti aspetta. Questo è un Dio che il mondo non aveva ancora conosciuto o perlomeno non gli era stato raccontato in questo modo. Allora se la Chiesa sarà capace di raccontare Dio in questo modo e non solo nel periodo di papa Francesco ma anche dopo, anche nel futuro, io credo che cambierà il mondo.
Continua...