RANIERO LA VALLE
Brindisi 15 OTTOBRE 2015 (Palazzo Nervegna)
Ci mettiamo nel contesto di quello che
sta accadendo per capire in che modo le cose di cui parliamo hanno rilevanza
rispetto alla situazione in cui ci troviamo. Cito due contesti per la nostra
riunione di stasera.
Il primo contesto: la perdita della
Costituzione
Ieri l’Italia ha perduto la sua Costituzione. L’ha perduta, con il voto del Senato del 13
ottobre che ha approvato in prima lettura la nuova Carta Dico che l’ha perduta perché il tema della
riforma non era affatto quello di cui unicamente si è parlato, cioè la
questione del Senato. Il tema era il rapporto della democrazia con il potere.
La modifica che è stata introdotta consiste nella sostituzione della
Costituzione del ’47 con una nuova Costituzione. Infatti sostituire tutta la seconda parte
della Carta vuol dire che la Costituzione del ‘47 finisce qui. Ci sarà un’altra
Costituzione che è ispirata a dei principi ben identificabili e molto precisi. Essi
corrispondono alla richiesta che è venuta alla nostra democrazia di modificare
i principi, di abolire le conquiste, gli ideali che hanno animato le
Costituzioni del dopoguerra: quelle Costituzioni cioè che sono state scritte
dopo l’esperienza terribile del fascismo e del nazismo. La nuova Costituzione è
fatta per dare più poteri al potere. Questa richiesta fu formalizzata nel 2013
in un documento della GP Morgan, che è una banca di affari americana,
espressione del capitalismo finanziario di oggi. Questa banca in nome del
capitalismo vincente, affermava che le Costituzioni post-fasciste, espressioni
di un nuovo costituzionalismo democratico, erano influenzate dalle idee
socialiste. Esse pertanto dovevano essere criticate e corrette per almeno
quattro difetti che così erano enunciati: a) queste Costituzioni comportavano
una debolezza degli esecutivi nei
confronti dei Parlamenti; b) queste Costituzioni davano un’eccessiva capacità
di decisione alle Regioni nei confronti dello Stato, cioè davano poteri alle
popolazioni locali nei confronti del potere centrale; c) queste Costituzioni
tutelavano il diritto del lavoro; d)
queste Costituzioni consentivano che si potesse protestare quando il potere
faceva qualche cosa che veniva giudicato non positivo. Ebbene, tutte e quattro
queste impugnazioni sono state accolte nella riforma della Costituzione
italiana che è in corso d’opera..
Continua...