Discorso per la
conclusione dell’Incontro di “Tonalestate” sul tema “Un mundo sin maňana” (Un mondo senza domani), a Ponte di Legno, 6
agosto 2016 (versione lunga).
di
Raniero La Valle
Questo discorso verte su un tema drammatico.
Perché a conclusione di un Incontro che
aveva come titolo “Un mondo senza domani”, la domanda è se vi sia un domani
della fede, se la fede, la religione siano destinate a sopravvivere, se ci sarà
questa eredità nel mondo di domani.
Mi
pare che nel nostro tempo si sia mostrata come particolarmente profetica la
parola di Gesù: “il figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?” (Luca, 18, 8). Certo se la
fede fosse quella delle comunità sparse nel mondo che si incontrano a
“Tonalestate”, o se fosse quella dei sette monaci uccisi a Tibhirine in
Algeria, che abbiamo appena ricordato, la prognosi sarebbe favorevole. Ma è il
fenomeno religioso stesso che oggi è messo in discussione, e c’è l’idea sempre
più diffusa che esso non possa sopravvivere al soffio della modernità. Anche
nelle discussioni che sono in corso in questi giorni sul terrorismo islamico,
si è espressa una cultura triviale, secondo la quale la vera soluzione sarebbe
che l’Islam scomparisse e l’unico rimedio alle guerre di religione sarebbe la
fine delle religioni. Salvo poi a leggere sul Corriere della Sera che se il papa non vuole entrare in una guerra
di religione, sono proprio i “laici” che debbono combatterla per difendere la
nostra civiltà. Sono culture evidentemente sbagliate che la guerra invece di
spegnerla l’accenderebbero.
Quanto
a me, quello che cercherò di dire è che cosa lascio della mia esperienza col
cristianesimo e con la
Chiesa. Ma è chiaro che la domanda sull’eredità che resta del
cristianesimo, con le dovute
trasposizioni interessa tutte le religioni, ed anche i non credenti, e riguarda
tutti i Paesi, non solo l’Italia, e perciò riguarda anche gli stranieri che sono
tra noi.
L’età della secolarizzazione
Dunque, ci sarà questa eredità? La nostra
generazione ha rischiato di essere la generazione testimone e forse artefice di
una interruzione nella trasmissione della fede cristiana da un secolo
all’altro, da un millennio all’altro, almeno qui in Occidente. Il Novecento
sotto questo profilo è stato drammatico, è stato il secolo della crisi. Abbiamo
dovuto prendere atto che tutto il nostro cristianesimo, cattolico
riformato e ortodosso, quale si era
andato svolgendo per secoli, alla fine ha prodotto Imperi e colonie, regimi
totalitari - pagani, clericali od atei - due guerre mondiali, la Shoà e la
bomba atomica, a cominciare da Hiroshima, di cui proprio oggi ricorre
l’anniversario.
Continua...