di Raniero La Valle
Dopo
lo spartiacque del 4 dicembre
L’esito
del referendum costituzionale del 4 dicembre, mostrando un’intelligenza
politica popolare tutt’altro che spenta,
ci consegna una responsabilità
che non possiamo ridurre a proposte di corto respiro; occorre invece affrontare
come prioritari i nodi che oggi bloccano la politica e strozzano lo sviluppo
stesso della civiltà in tutto il mondo. Fare politica vuol dire precisamente
rimuovere queste strozzature.
Io
vedo tre questioni prioritarie, tre “forze frenanti” su cui dovrebbero
misurarsi il pensiero e l’iniziativa culturale, politica e religiosa per consentire la ripresa
di un cammino di civiltà, che per ora sembra bloccato o addirittura in
ripiegamento rispetto alle conquiste del ‘900; e non solo per Trump.
Il
mondo è di tutti
Il
primo blocco consiste nella mancata risposta di civiltà al fenomeno della
migrazione di massa. Ma non si tratta di un fenomeno, cioè di un evento, si
tratta piuttosto di un nuovo mondo, il mondo globalizzato, che è stato pensato
come un mondo di residenti, e risponde presentandosi invece come un mondo di
migranti; era un mondo di stabilità la cui qualità era la durata – il tempo
indeterminato - e si ritrova costruito come un mondo di precarietà, la cui
qualità è vivere nell’imprevedibile. Per integrare in un cammino di civiltà
tale mondo nuovo è necessario che si riprenda il processo dell’imputazione dei
diritti fondamentali a tutti gli uomini come diritti universali e permanenti e
se ne preveda l’effettività per tutti gli abitanti del pianeta. E’ dalla conquista
dell’America, cioè dal primo apparire di un “nuovo mondo” che tale cantiere si
è aperto. Aveva scritto Francisco de Vitoria in una sua “relectio de Indis” che “all’inizio del mondo, quando tutto era
comune era lecito a ognuno trasferirsi e muoversi in qualunque regione volesse;
ora non pare che la divisione dei territori abbia annullato questo diritto, dal
momento che l’intenzione dei popoli non è mai stata di abolire, con quella
divisione, la comunicazione reciproca fra gli uomini. Non sarebbe lecito ai
francesi proibire agli spagnoli di muoversi in Francia o anche di vivervi, né
viceversa, purché questo non rechi loro danno e tanto meno faccia loro torto”,
e questo perché “totus orbis aliquo modo
est una respublica”, tutto il mondo in qualche modo è una repubblica.
Continua...