Il caparbio rifiuto europeo di far posto ai profughi e la maldestra
condotta del governo italiano sui migranti (la dottrina Minniti, i
vincoli posti alle operazioni di soccorso, la spedizione delle navi
militari in Libia) hanno innescato una rovinosa deriva dell’opinione
pubblica, sostenuta da una inaudita campagna di stampa contro ogni forma
di accoglienza e di solidarietà. Questa, a ben vedere, al di là del
supposto obiettivo delle ONG, ha di mira il papa che, con i gesti di
Lampedusa e Lesbo, ha squarciato la cortina dell’omertà e ha posto la
questione politica e morale della risposta da dare alla più grande
tragedia del nostro tempo, quella delle migrazioni di massa.
È cominciata da lì la serie degli eventi: prima l’Italia ha avviato
l’operazione “Mare nostrum”, pensando che fosse a buon mercato, poi
Alfano, dopo un anno, l’ha fatta chiudere, i populismi egoisti e
xenofobi si sono scatenati, la stampa e le TV hanno fatto da sponda alla
paura e all’intolleranza, il governo ora passa alle maniere forti,
Renzi e gli altri vecchi politici non pensano se non in termini di
consenso per il potere, ed ecco che quello che stiamo per compiere
prende il suo vero nome: un genocidio. L’esperienza del Novecento ci
dice che dei genocidi è meglio accorgersi prima o nel mentre che si
compiono, piuttosto che commemorarli o negarli dopo.
Continua...
lunedì 7 agosto 2017
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