IL RIBALTONE
COSTITUZIONALE
Durante il fascismo i
treni arrivavano in orario e gli scioperi erano proibiti. Adesso è Salvini che
provvede ad ambedue le cose, precetta e fa ponti d’oro ai treni, forse per
rinverdire l’idea che il fascismo non era poi tanto male. Deve pensarlo anche
Giorgia Meloni se vuole fare una riforma costituzionale che al fascismo
faciliterebbe la strada: se infatti a qualcuno venisse in mente di riprovarci,
cosa ci sarebbe di meglio per farlo che un Capo del governo o un insieme di
governo che sia padrone del potere e inamovibile per cinque anni, non revocabile
per il venir meno della fiducia
dei cittadini e del Parlamento? Ce la presentano come una riforma per il
premierato, opinabile perché comunque un premier ci vuole, ed è invece un
ribaltone per abolire il controllo della perdurante fiducia al governo Un governo così sarebbe del tutto in grado di
instaurare il fascismo. Né lo impedirebbe la foglia di fico di un Presidente
della Repubblica figurativo con 88 corazzieri di altezza superiore alla media.
La nostra memoria storica ci dice di non permetterlo. Non
possiamo permetterci di ripetere un errore e una tragedia già accaduti. Ogni popolo ha avuto la sua sciagura originaria che ha poi
spesso portato inenarrabili sciagure ad altri popoli e Nazioni. Noi abbiamo
avuto il fascismo dopo la legge Acerbo, i Tedeschi il nazismo dopo le elezioni
del 1932, gli Americani la guerra di secessione per la contesa sulla schiavitù,
i Russi la domenica di sangue e il massacro al Palazzo d’Inverno nel 1905 per
mano dello Zar, gli Armeni il genocidio, gli Ebrei la Shoà, i Palestinesi
l’espulsione e la Nakba, i popoli dell’America Latina le dittature
plebiscitarie con i cittadini gettati in mare o “scomparsi”, la maggior parte
delle altre Nazioni sono state assoggettate a regimi militari, Imperi e
colonie.
Quasi sempre cinque anni sono bastati a
ciascuno, spesso dietro finzioni democratiche o a causa di sbagliate elezioni,
per cadere nella catastrofe e avere un battesimo di sangue.
Perciò dobbiamo avvertire il pericolo e non
permettere l’uscita dalla Repubblica parlamentare, “Prima”
o “Seconda Repubblica” che la si voglia chiamare, che
pur con tutti i suoi difetti e le perduranti irrisolte povertà, ha il sapore
della Costituzione e delle libertà conquistate. Come cittadini, Italiani
per nascita o per accoglienza, dobbiamo contrastare questa
“madre” di tutte le riforme. “Tutte”. È la madre del fascismo che è sempre
incinta, e anche oggi non fa che partorire l’ennesimo decreto di sicurezza, che
moltiplica pene e reati, dai mendicanti alle donne incinte, dall'intralcio alla
circolazione stradale alle occupazioni abusive, alle proteste nelle carceri e
nei centri dei migranti, che siano in Italia o nella discarica dell’Albania , e distribuisce più manette e più armi.
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