Le elezioni tedesche
Si può governare facendo una politica giusta, ma se il
liberismo è regime la sinistra non può vincere
di Raniero La Valle
C’è stato molto bla-bla-bla sulle
elezioni tedesche i cui risultati hanno preso di sorpresa la maggior parte dei
commentatori. Da un po’ di tempo i commentatori che vanno per la maggiore sui
giornali e in TV non fanno che sorprendersi per risultati elettorali che essi
stessi provocano pascendo l’opinione pubblica con le loro belle idee.
In realtà non c’era molto da
sorprendersi, mentre le elezioni tedesche hanno rivelato due semplici verità.
La prima è che Angela Merkel ha
vinto e per la quarta volta governerà la Germania, anche se ha perso l’8 per
cento dei voti. Tutti dicono – anche se la diagnosi è piuttosto sommaria – che
li ha persi perché contro venti e maree ha coraggiosamente deciso che la
Germania accogliesse un milione di profughi. Questo vuol dire che si possono
vincere le elezioni e si può governare anche facendo una politica giusta, che a
molti non piace. Ciò costa solo l’8 per cento dei voti, ma forse giova alla
democrazia aumentando il pluralismo e le degasperiane virtù volte a non
governare da soli; in ogni caso con quell’8 per cento che ha perso per evitare
ai tedeschi il ritorno al razzismo delle leggi di Norimberga, Angela Merkel ha
salvato la Germania e quanto resta dell’ “idea dell’Europa”. Di ciò bisogna
esserle molto grati. Intanto da noi il sindaco di Ventotene ci spiega che se
non arrivano bambini “stranieri” le scuole elementari di una gran quantità di
piccoli comuni, e anche le medie, dovranno chiudere, per mancanza di alunni,
almeno finché gli italiani non saranno rimessi in condizioni di far figli, come
vorrebbero le politiche di eguaglianza e sussidiarietà stabilite dalla
Costituzione.
La seconda semplice verità
rivelata dalle elezioni tedesche è che in Europa “la” o “le” sinistre non
possono vincere più per una ragione strutturale. In Germania la
socialdemocrazia ha perduto senza che nemmeno ci fosse un Renzi sufficiente da
solo a spiegare la catastrofe. La sinistra non può più prevalere in Europa
restando sinistra, perché il capitalismo liberista di destra ha cessato di
essere una opzione politica tra le altre, sensibile al voto popolare, ed è
diventato invece un ordinamento e un regime, reso obbligatorio dai trattati e
dalle norme su cui è stata “costituita” la forma europea del potere. Se le
politiche di piena occupazione, di tutela del lavoro, di intervento statale
nell’economia, di eguaglianza dei diritti, di rimozione delle cause che di
fatto impediscono lo sviluppo delle persone sono proibite per legge nell’Unione
Europea, il potere non può che essere conteso tra le destre di diversa
denominazione e natura, mentre la sinistra non può che perdere “il suo popolo”,
come si lamenta Bersani.
Questo vero problema, e non per
caso, è occultato nel dibattito politico dietro il falso problema dell’entrata
o dell’uscita dall’euro, come se si trattasse di una porta girevole; le
elezioni tedesche lo hanno bruscamente riportato alla luce abbacinante del
sole. Perciò ora dovremmo sapere che cosa fare.
Raniero La Valle
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