E’ morto stamattina, giovedì 17 dicembre, nell’ospedale di
Bazzano che per tanti anni aveva diretto e dove con immenso amore aveva curato don Giuseppe Dossetti, Sandro Baldini ,
presidente dell’Associazione “Salviamo la Costituzione” di Bologna. I Comitati Dossetti per
la Costituzione lo salutano con fervido affetto, ne ricordano la lezione umana,
religiosa e politica e si impegnano a continuarne l’opera per salvare la
Costituzione.
(r.l.v.) Quando,
qualche mese fa, Sandro
Baldini mi informò della sua malattia, citò, come credo abbia
fatto con altri, il salmo 127, nel versetto che dice “Come frecce in mano a un
guerriero sono i figli avuti in giovinezza. Beato l’uomo che ne ha piena la
faretra; non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri
nemici”.
E’ evidente che si tratta di un salmo che gli era familiare,
perciò è bene ora leggerlo per intero:
Se il Signore non
costruisce la casa
Invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non
vigila sulla città
Invano veglia la
sentinella.
Invano vi alzate di
buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un
pane di fatica:
al suo prediletto egli
lo darà nel sonno.
3Ecco, eredità del Signore sono i
figli,
è sua ricompensa il
frutto del grembo.
Come frecce in mano a
un guerriero
sono i figli avuti in
giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha
piena la faretra:
non dovrà vergognarsi
quando verrà alla porta
a trattare con i
propri nemici.
Da questo salmo risulta chiaramente in che cosa e in chi Sandro Baldini aveva
fiducia, e certamente qui, nell’abbandono in Dio, c’è tutto il senso della sua
vita e l’impronta della sua lunga consuetudine con don Giuseppe Dossetti.
Questo non vuol dire che la sentinella non dovesse vegliare sulla città, né che
il costruttore non debba ben costruire la casa, né che egli non si alzasse di
buon mattino e non faticasse per il pane. Anzi il titolo per cui lo ricordiamo
qui è per essere stato una straordinaria sentinella che ha vigilato sulla
città, che insieme a Dossetti
si è accorto del pericolo mortale che incombeva su di essa per il minacciato
stravolgimento della Costituzione, e dopo essere stato con Dossetti tra i primi
promotori e animatori dei Comitati per la Costituzione, ha continuato senza
sosta a lavorare per avvertire tutti del pericolo che, invece di essere
sventato dopo il vittorioso referendum del 2006, è diventato in seguito ancora
più insidioso e incombente, fino alla gravissima situazione di oggi. È questa
la battaglia che egli ha condotto fino all’ultimo come presidente
dell’Associazione “Salviamo la Costituzione” di Bologna, e tra le sue ultime
preoccupazioni c’è stato che si avviasse anche a Bologna il “Comitato per il
No” nel previsto futuro referendum contro la riforma costituzionale
Renzi-Boschi; ed è stato grandemente consolato dalla notizia che esso fosse
stato felicemente costituito.
La durezza della battaglia in corso, a cui con tanto impegno
partecipava, non gli ha mai tolto però la dolcezza del suo tratto e del suo
rapporto con gli altri, la serenità e la benevolenza, e anzi la misericordia,
della sua testimonianza di vita. Non sentiva nessuno come nemico. Se citava
come suo il salmo 124 che allude al rude incontro col nemico, è perché per lui
il nemico altro non era che “l’ultimo nemico” che sarà sconfitto, la morte, secondo
la promessa cristiana; ma lui non aveva avuto altri nemici prima di questo, che
ora con lucidità sentiva arrivare senza tuttavia opporgli alcuna resistenza o
protesta, se non la sicurezza gioiosa che gli veniva dall’avere la faretra
piena della moglie e dei figli. Era questa, insieme all’affetto degli amici, la
sua risorsa nella difficile trattativa che era alla porta, era questo che lo
lasciava tranquillo, che non lo metteva in ansia al dover affrontare l’esigente
nemico, di cui sapeva effimera la vittoria.
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